Villa Saluzzo Bombrini (Genova)
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Villa Saluzzo Bombrini, conosciuta anche come il Paradiso[1] è una delle principali ville genovesi. È un tipico esempio architettonico di quello che verrà successivamente definito manierismo seicentesco.
Situata alla confluenza delle vie Albaro e Francesco Pozzo, nel signorile quartiere di Albaro, fu edificata su progetto dell'architetto Andrea Vannone[2] sul finire del XVI secolo per essere adibita a residenza di villeggiatura della famiglia Saluzzo[3].
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[modifica] Committenza
Il committente della villa fu Giacomo Saluzzo, capostipite di una fra le più facoltose famiglie genovesi. A metà Ottocento lo stabile è passato in proprietà ai Bombrini nelle cui mani è rimasto fino agli anni duemila quando è stata acquisito (2005) da un gruppo economico privato che l'ha destinato a sede di uffici[4].
Sia pure solo idealmente e limitatamente all'ubicazione urbanistica, la villa fa parte di un gruppo di tre edifici che portano il nome dei Saluzzo: oltre a il Paradiso, infatti, nella via Albaro sono presenti anche Villa Saluzzo, oggi Mongiardino (che fu abitata dal poeta George Byron, vedi) e Villa Saluzzo Carrega Parodi, di più recente costruzione ma egualmente imponenti.
Villa Saluzzo Bombrini, posta più in alto rispetto alle altre, è circondata da un ampio parco con retrostante bosco ricco particolarmente di pini marittimi e presenta, di fronte al prospetto principale, in posizione leggermente digradante, un elegante giardino all'italiana ornato da un'architettonica fontana con statue raffiguranti enormi rane.
Il giardino è collegato al piazzale superiore attraverso rampe di scale e vialetti. L'asse di ingresso che conduce alla villa, congiunto da una stretta salita, è leggermente sfalsato rispetto al portone principale che porge sull'atrio principale.
Il corpo architettonico - progettato volutamente in stile pre-alessiano - privilegia la forma allungata rispetto all'altezza, con una doppia loggia angolare aperta sul paesaggio circostante (quella di ponente, unico caso nelle ville genovesi, si estende per l'intera profondità dell'edificio). Gli interni, articolati su un piano terra, un piano nobile ed un mezzanino, sono impreziositi da affreschi e decorazioni di Gio Andrea Ansaldo, Lazzaro Tavarone e Bernardo Castello.
Abitata fino ai primi anni sessanta dalla famiglia del cantautore Fabrizio De André[5] che qui compose i suoi primi lavori, la villa ha sul proprio retro un analogo edificio conosciuto con il nome di il Paradisetto, edificato per una erede Bombrini. Anche questa costruzione è stata abitata, in tempi recenti, da un esponente della scuola genovese dei cantautori, Gino Paoli[5].
Abitualmente Villa Saluzzo Bombrini, come dimora privata, non è aperta al pubblico. Eccezionalmente è stata al centro di una visita guidata che si è tenuta nell'ambito della XV edizione della Giornata FAI di Primavera[6] organizzate il 24 e 25 marzo 2007 dal Fondo per l'Ambiente Italiano, sotto la cui egida l'edificio è posto.
[modifica] Note
- ↑ Il nome Paradiso risale a tempi antichi ed è dovuto non tanto alla sontuosità delle stanze della magione - in origine finemente decorate - ma, soprattutto, al rigoglioso giardino sottostante nel qualesi presume che i nobili dell'epoca si dilettassero a trascorrere le lunghe ore estive in ozio oppure dedicandosi a giochi e tornei.
- ↑ Vannone fu particolarmente attivo a Genova dove si occupò di numerosi edifici destinati a diventare storici come, ad esempio, il Palazzo Ducale e il Palazzo alla Marina già Doria di Pegli. Nella delegazione sovrintese anche alle opere relative al convento delle Grazie e all'ampliamento di palazzo Centurione (Cfr.).
- ↑ Un celebre quadro di Alessandro Magnasco detto il Lissandrino, intitolato Intrattenimento in un giardino di Albaro, conservato nella Galleria di Palazzo Bianco, testimonia degli usi e costumi del siglo de oro de los Genovesesi, il secolo d'oro dei Genovesi: fu dipinto in un luogo situato a breve distanza da Villa Saluzzo Bombrini, il Belvedere denominato l'Olimpo.
- ↑ Approfondimento: Ligurianotizie.it.
- ↑ 5,0 5,1 Al giovane De André era riservata una stanza di modeste dimensioni ma con annesso un bagno situata nel seminterrato da cui si accede al piazzale antistante la villa. Su una parete è visibile ancora un disegno a china e acquerello raffigurante un gruppo jazz stilizzato, opera di un amico del cantautore che si firma Vassallo 1961 (fonte: Espresso.repubblica.it).
- ↑ Approfondimento: Beniculturali.it.
[modifica] Immagini
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[modifica] Bibliografia
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