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Milano comunale
Nell'XI secolo, a scapito dei poteri del conte imperiale e del vescovo, si ebbe una crescita d'importanza dei piccoli feudatari, favoriti da imperatori come Corrado II, e soprattutto l'ascesa dei nuovi ceti dei mercanti e degli artigiani che nel 1042 giunsero anche ad avere il sopravvento. Dopo un periodo di conflitti, nei quali giocò un ruolo di rilievo anche il movimento religioso dei Patari, approfittando dell'indebolimento del controllo imperiale e vescovile, le famiglie più influenti si strinsero in associazioni, assumendo, di fatto, il governo della città. Nel 1097, la nascita del consolato (consolatus civium), una magistratura che esercitava le funzioni amministrative e giudiziarie, segnò per Milano il definitivo raggiungimento dell'assetto comunale. I consoli, scelti tra gli aristocratici e i militari, erano eletti annualmente e governavano con l'aiuto di un Consiglio cittadino composto da 800 membri.
L'affermarsi dei nuovi organi di governo coincise con l'attuazione da parte del comune di una politica espansionistica nei confronti del contado e dei centri urbani e commerciali più piccoli, che rispondeva sia alle ambizioni egemoniche dei feudatari, sia alle aspirazioni economiche dei borghesi. Tale politica portò alla distruzione di Lodi (1110), alla guerra contro Como (1118-1127), costretta ad una resa che assicurò a Milano l'accesso ai valichi svizzeri, e alla conquista di Crema, 1130. Affermata la sua preminenza sulle città padane, Milano rappresentò la principale antagonista di Federico Barbarossa, quando questi si propose di restaurare in Italia l'autorità imperiale, rivendicando i diritti regali («regalie») che i comuni si erano arrogati. Dopo una seconda sconfitta Milano viene devastata gravemente dal Barbarossa nel 1162 (mura, torri e palazzi diroccati, popolazione allontanata), ma riesce a risollevarsi rapidamente e si pone a capo di una Lega anti-imperiale che raccoglie la quasi totalità delle città lombarde, la Lega Lombarda. Sconfitto Barbarossa a Legnano nel 1176, la pace di Costanza (1183) confermò l'attribuzione delle regalie ai comuni dietro un cospicuo pagamento in denaro all'imperatore.
Negli ultimi anni del XII secolo i contrasti sociali all'interno della città si acuirono e il disordine che ne derivò favorì la nascita di poteri autoritari. L'istituzione del podestà (1186) e l'organizzazione da parte dei ceti borghesi del commune populi opposto al commune militum dei nobili costituirono le premesse dello scontro tra guelfi e ghibellini che per quasi un secolo alimentarono le lotte tra Torriani e Visconti. Queste si risolsero nel 1330 con l'attribuzione ad Azzone Visconti della signoria della città. [modifica]
Milano dei Visconti e degli Sforza
Intanto l'economia della città era andata crescendo: nel secolo XIII Milano era una delle poche città europee ad avere più di 100.000 abitanti, l'artigianato era in pieno sviluppo, soprattutto per la lavorazione dei metalli e dei tessuti, agricoltura e allevamento erano fiorenti ed i traffici intensi, anche grazie ala costruzione di una efficiente rete di canali. L'inizio della costruzione del duomo da parte di Gian Galeazzo Visconti nel 1395 manifestava nel modo più tangibile l'affermazione della floridezza della città e della signoria dei Visconti, divenuta Ducato nel 1395.
La signoria dei Visconti si concluse con Filippo Maria, morto senza eredi. Si ebbe allora un tentativo di restaurazione dei poteri comunali, soffocato però nel 1450 da Francesco Sforza, condottiero che era stato al servizio dei Visconti (comandante di una compagnia di ventura, cioè di una compagine di mercenari), che diede inizio alla signoria degli Sforza. Seguì un periodo di stabilità e prosperità, che in particolare vide lo sviluppo della coltivazione del gelso e della lavorazione della seta. A manifestare l'orgoglio per questa crescita furono compiute opere come il Castello Sforzesco (già esistente in epoca viscontea, ma riadattato, ingrandito e completato dagli Sforza) e l'Ospedale Maggiore. Gli Sforza inoltre riuscirono ad attrarre a Milano personalità come Leonardo da Vinci, il quale riprogettò e migliorò la funzione dei navigli e dipinse l'Ultima Cena (Cenacolo Vinciano), e Bramante. Contemporaneamente gli Sforza condussero azioni espansive nell'Italia Settentrionale e in aree dell'Italia Centrale che portarono a scontrarsi con gli interessi delle altre potenze italiane, soprattutto con la Repubblica di Venezia e con la signoria di Lorenzo de' Medici. [modifica]
La dominazione spagnola
Nel corso della signoria di Ludovico il Moro, nel 1499 Milano diventa la prima delle signorie italiane a cadere sotto gli attacchi delle monarchie nazionali. Nel 1499 discende in Italia un esercito di Luigi XII di Francia comandato dall'esule Gian Giacomo Trivulzio e nel 1500 il Moro viene definitivamente sconfitto. Negli anni successivi si sviluppa la lotta per il predominio su Milano tra Francia da un lato e Asburgo d'Austria e Spagna dall'altro. Prevale alla fine Carlo V con la battaglia di Pavia nel 1525 e nel 1535 Milano e il territorio del ducato sono occupati dall'imperatore e inizia un periodo di 170 anni di dominazione spagnola. Questi anni vedono il controllo piuttosto oppressivo sui piani ideologico e fiscale dei governatori spagnoli. Si riscontra però un rifiorire dell'economia fino al'inizio del cinquecento, in conseguenza della fine di un lungo periodo di turbolenze. Si ha poi la crescita di prestigio e di influenza del clero, soprattutto per merito delle preminenti figure di San Carlo Borromeo arcivescovo dal 1565 al 1584 e di Federico Borromeo arcivescovo dal 1595 al 1631.
Si riscontra invece una profonda crisi demografica ed economica intornoal 1630 a causa della peste descritta nei Promessi sposi e della calata dell'esercito tedesco; si riscontrano poi fenomeni di stagnazione economica da inquadrarsi in una situazione di depressione che si riscontra in generale nella penisola fino verso la metà del Settecento. All'inizio del Settecento si assiste alla crisi del Regno di Spagna e nel 1706 nel corso della guerra di successione spagnola Milano viene occupata da Eugenio di Savoia e passa sotto il dominio austriaco, formalizzato dal Trattato di Rastadt nel 1714.