Aborto (storia)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Indice |
[modifica] Nella storia
Nelle culture matriarcali, ed in quella celtica, dove la discendenza più importante era quella materna l'aborto era a discrezione della donna. In genere non veniva praticato poiché considerato un insulto alle divinità femminile della rinascita e della fertilità. Si supponeva che rifiutare una vita donata dalla Dea portasse sfortuna al clan, era invece consentito lasciar morire i propri figli, soprattutto se menomati fisicamente.
I vichinghi gettavano i bambini menomati in una fossa con belve feroci.
Nell'Antica Grecia e nell'Antica Roma si ha una società di tipo patriarcale; l'aborto era comunemente praticato, soprattutto per figli nati da relazioni extra coniugali.
Mentre la donna assira che abortiva e veniva scoperta era impalata.
È con la religione monoteista che si dà un aspetto etico all'aborto. San Tommaso e San'Agostino sostenevano che l'embrione non avesse un'anima finché non assumeva forma umana, anche se la chiesa non ha mai accettato questa definizione. E nel 1863 stabilì che l'aborto è un delitto contro la persona.
[modifica] Antica Grecia
Il kalòs era, per i greci, l'unica forma che potesse portare l'uomo ad essere agathòs: ossia solo l'uomo buono/bello poteva realizzarsi. Questa concezione escludeva qualsiasi malattia, infatti la bellezza come la salute erano considerate proprietà innate, e che la malvagità fosse legata al brutto e alla deformità, rendendole quindi innaturali e contrarie all'ordine. A Sparta Licurgo aveva imposto la regola che ogni neonato minorato dovesse essere lanciato dal picco del Taigeto, mentre gli altri dovevano dormire all'aperto perché potessero sopravvivere i più forti. Un corpo disabile non era visto come una possibilità, infatti si legava indissolubilmente ad un'immagine di immoralità. Chiunque ne fosse affetto andava eliminato.
Questa visione della perfezione era appoggiata anche da menti illustri, primo tra tutti Platone, che con il suo lavoro filosofico sull'eugenetica è la massima espressione di questa ricerca della perfezione esteriore dell'uomo. Platone proponeva di non nutrire i bambini deboli o i figli di genitori troppo vecchi o malsani o di scarso valore morale; credeva non di dovesse avere figli prima dei 37 anni e dopo i 55 (per gli uomini) e limitava il numero di figli per famiglia, consigliava gli aborti e l'abbandono dei bambini deboli o deformi. Aristotele si limita a proporre il matrimonio in tarda età, la sterelizzazione e l'aborto.
Si associa in questo periodo la sovrappopolazione con città decadenti e malsane.
[modifica] Antica Roma
Nella civiltà romana era molto sentita la patria potestas, ed un uomo poteva liberarsi di un figlio indesiderato semplicemente non riconoscendolo. La pratica era così diffusa che lo storico Dionigi sentì il dovere di tramandare una legge secondo cui un uomo romano era tenuto a riconoscere almeno la prima figlia femmina che aveva. Questo per evitare che troppe femmine venissero abbandonate sulla strada, dove restavano finché un mercante di schiavi non decideva di venderle. Era infatti proibito raccoglierle.
La sterilità era una disgrazia, era un motivo valido per un divorzio, ed il parto era la principale causa di morte nelle donne. Il medico Sorano consigliava di fasciare le donne impuberi alle spalle e al petto per ottenere un bacino più ampio.
É a fine repubblica che le donne romane cominciano a rifiutare la prole, tanto che Cicerone chiese la proibizione al celibato. Ed Augusto fu costretto ad incentivare i matrimoni e le nascite assicurando le donne sposate a ricevere l'eredità della famiglia d'origine alla morte del padre. L'unica condizione era l'aver portato a termine almeno tre gravidanze. In caso contrario le nubili perdono il diritto all'eredità e vanno sotto il controllo di un tutore fino alla morte.
Dopo queste tre gravidanze la matrona cercò di scongiurarne in ogni modo altre, facendo uso di pozioni contraccettive e abortive, a base di ruta, ellèboro, artemisia, tutte estremamente nocive.
É con le XII tavole che si ha una legislazione in materia di aborto: questo spetta al padre, e la donna che si procura l'aborto senza il suo consenso può essere ripudiata. Inoltre i medici che compiono aborti per nascondere adulterio possono essere puniti con le stesse pene inflitte agli amanti.
Un altro motivo per cui può essere punito il medico è la morte della donna a causa dell'aborto, ma non si punisce la pratica in sé.
La continenza sessuale è il metodo di contraccezione più accreditato, e viene ammirata soprattutto nelle matrone di famiglie agiate.
[modifica] Dal Medioevo in poi
Nel Medioevo si sosteneva che i bambini deformi fossero in realtà sostituiti alla nascita da streghe. Si approntava un rogo per la sfortunata, in genere la levatrice, e si uccideva il neonato. Quello di imputare alle streghe le nascite deformi era una pratica accreditata dalla chiesa cattolica.
Nel 1685 François Mauriceau, chirurgo parigino, scrive il Trattato delle Malattie delle Donne Gravide e Infantate, in cui dice:
Quindi le disabilità erano considerate malattie e andavano curate in ogni modo possibile. Questo trattato fu intaccato solamente nel '700 con l'evoluzione della medicina e della biologia. In questo periodo l'aborto è proibito, in Italia la pena è la dannazione dell'anima, assicurata dallo stato pontificio. É però necessario ricordare che l'avere figli illegittimi era considerato di moda, soprattutto nell'alta società, ed in genere i signorotti provvedevano all'educazione e alle spese dei loro figli illegittimi, portandoli anche nelle loro case. Questo simpatizzare per gli illegittimi rendeva pressoché inutile l'aborto.
Le donne con matrimoni facoltosi ricorrevano alla pratica con pozioni solo se il nascituro era frutto di una relazione extraconiugale. In genere le donne del medioevo erano molto pie, legate alla chiesa ed al loro marito, e raramente avevano necessità di ricorrere all'aborto.
[modifica] Riferimenti e note
[modifica] Bibliografia
[modifica] Voci correlate
- Aborto
- Aborto: legislazione
- Concepito (diritti dell'embrione secondo il diritto e la bioetica)
- Contraccezione
- Educazione sessuale
- Embrione
- Femminismo
- Feto
- IVG: dibattito etico
[modifica] Collegamenti esterni
- Il testo della legge 194
- Rapporto annuale del ministero della Sanità sull'IVG, Anno 2003 (Formato PDF)
- Statistiche istat
- Identità e statuto dell'embrione umano (parere unanime del Comitato nazionale per la bioetica)
- Enciclica Evangelium Vitae (vedi i numeri 58-63 e 68-74)
- Sito sul diritto alla libera scelta
- "Aborto" sul sito UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti)
- Movimento per la vita