Agricoltura estensiva
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L'agricoltura estensiva nella sua versione moderna, tende ad ottenere il massimo di produzione per unità di persona impiegata perciò le rese per unità possono essere basse ma il profitto è assicurato dalla vastità dei terreni messi a coltura. Nell'agricoltura estensiva tradizionale si fa scarso uso di macchinari e gli investimenti sono minimi. Tale tipo di agricoltura si differenzia da quella intensiva, proprio per la quantità di input immessi per unità di superficie. I suoli necessariamente devono essere molto estesi, e spesso una parte di essi è lasciata a riposo (maggese) o adibita al pascolo.
Da questo punto di vista, l'agricoltura estensiva è più rispettosa dell'ambente di quella intensiva. L'eccessiva immissione di input e di energia, infatti, supera la capacità di assorbimento del terreno e dell'ambiente, dando vita a fenomeni di inquinamento preoccupanti. Un esempio tipico è l'inquinamento delle falde acquifere dovuta ad'immisione eccessiva di prodotti chimici. Questo però non significa che l'agricoltura estensiva non faccia uso di questi input, come accade, invece, per l'agricoltura biologica.
Generalmente le colture praticate in agricoltura estensiva sono cereali, erba medica, foraggere.