Aldo Puccinelli
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Aldo Puccinelli è un ex calciatore che giocava nel ruolo di attaccante. Nato a Bientina (PI) il 25 dicembre 1920, inizia a giocare con il Pontedera e nel 1940 viene acquistato dalla Lazio, società con cui rimane fino all'estate del 1955 quando, a 35 anni, da praticamente addio al calcio agonistico. Per parlare di Aldo Puccinelli è necessario in primo luogo dare spazio alle cifre: 342 presenze (di cui 339 in campionato e 3 in Coppa Italia) con la maglia biancoceleste della Lazio, 78 reti (77 in campionato e 1 in Coppa) senza essere bomber designato, decine e decine di volte capitano. Una autentica bandiera della storia della prima squadra della capitale, figura rimasta forse meno impressa di altre nella memoria dei tifosi solo perché non legata a quella che un tempo era la maglia classica del cannoniere, la numero 9. Puccinelli era infatti un'ala ambidestra, velocissima e guizzante. Arrivò a Roma appena ventenne, da illustre sconosciuto, mettendo per la prima volta piede in una grande città. Piccolo di statura, abbastanza compatto, dal carattere tranquillo, sempre gentile e posato, non suscitò a prima vista una grande impressione. Dopo un anno di gavetta, con due sole presenze in prima squadra, piacque subito all'allenatore della stagione successiva (1941-42), lo slavo Popovich, che gli affidò la maglia di titolare. Stilisticamente perfetto, grintoso a dispetto del fisico minuto, imprendibile quando era lanciato, iniziò da ala sinistra e solo nel dopoguerra assunse la posizione preferita a destra. Il 24 maggio del 1942 entrò definitivamente nel cuore dei tifosi laziali, segnando il gol del pareggio nell'1 a 1 di un derby con quella Roma che avrebbe poi vinto lo scudetto. Purtroppo gli eventi bellici spezzarono uno dei momenti migliori della sua carriera in quanto, si vide costretto a lasciare Roma e tornare in Toscana, per essere vicino alla sua famiglia nei momenti più bui del conflitto. Terminata la guerra però, fece il suo ritorno nella Capitale per riprendere il suo posto nelle file della Lazio. Divenne capitano e costituì un punto fermo di quella Lazio che conquistò tra l'altro tre quarti posti, navigando sempre nelle alte sfere del calcio nazionale. Squadra che annoverava tra le sue file giocatori del calibro dei fratelli Sentimenti, di Remondini, di Antonazzi e di Alzani.