Antonino Giuffrè
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Antonino "Nino" Giuffrè (Caccamo, 21 luglio 1945) è un mafioso italiano di Caccamo in provincia di Palermo.
Lui è diventato uno dei più importanti pentiti dopo il suo arresto nel 2002. Giuffrè nell'ambiente mafioso era conosciuto come "Manuzza" poiché la sua mano destra era paralizzata dalla poliomelite. Altre fonti riferiscono che perse la sua mano in un incidente di caccia. Giuffrè è stato addestrato come specialista in scienze agricole. La sua ascesa nella mafia corre parallelamente con l'ascesa del clan dei Corleonesi con a capo Totò Riina. Diventa il capo del mandamento di Caccamo ed era un nipote del boss americano John Stanfa di Philadelphia.
[modifica] Giuffrè e Forza Italia
Secondo Giuffrè Cosanostra si sarebbe interessata del partito di Berlusconi, Forza Italia per curare i propri interessi. Dopo il declino nei primi anni '90 del governo della Democrazia Cristiana, i quali leader in Sicilia si occupavano degli interessi mafiosi a Roma. L'uscita della mafia dalla DC diventa chiara quando Salvo Lima, un forte personaggio della DC viene ucciso nel marzo del 1992. L'omicidio di Lima ha segnato la fine di un'era ha riferito alla corte Giuffrè. Una nuova era si aprirà con una nuova forza politica all'orizzonte che fornirà le garanzie che i democristiani non sono più in grado di offrire. Per essere chiari, quel partito è Forza Italia.
Secondo Giuffrè, Marcello Dell'Utri - braccio destro di Berlusconi e l'uomo che inventò Forza Italia - fu il tramite su una gamma di sforzi legislativi per facilitare le pressioni sui mafiosi in cambio del supporto elettorale. Giuffrè racconta che Bernardo Provenzano gli ha detto che " siamo in buone mani " con dell'Utri, che è "una persona seria e fidata" ed è vicina a Berlusconi.
Giuffrè disse che lo stesso Silvio Berlusconi è solito essere in contatto con Stefano Bontade, un boss mafioso della metà degli anni '70. A quel tempo Berlusconi era ancora un uomo ricco e incominciava a svilupparsi il suo impero televisivo. Bontade è stato ospite nella villa ad Arcore di Berlusconi. Il contatto di Bontade era Vittorio Mangano, che era stalliere nella villa. Altri mafiosi in contatto con lui erano i boss di Palermo Filippo Graviano e Giuseppe Graviano - incarcerati con l'ergastolo nel 1994 prt l'omicido di Giuseppe Puglisi a Brancaccio.
[modifica] Giuffrè e Andreotti e Calvi
Antonio Giuffrè è stato testimone in molti importanti processi. Parlò alla corte del precedente primo ministro Giulio Andreotti, il quale fu un contatto chiave per la mafia durante la sua lunga carriera politica. Giuffrè ha rivelato che i boss mafiosi hanno chiesto ad Andreotti di far loro da scudo dai magistrati.
Diende anche una testimonianza nel processo nell'omicidio di Roberto Calvi. Dichiarò che i boss mafiosi si sono arrabbiati su come Calvi abbia amministrato il loro denaro e hanno ordinato di ucciderlo. Fece il nome di Giuseppe Calò come l'uomo che organizzò l'omicidio. "All'interno di Cosanostra, ci siamo fatti grandi risate quando abbiamo letto nei giornali che Calvi commise un suicidio", disse Giuffrè, "I problemi di Cosanostra si risolvo in un modo solo: con l'eliminazione".
