Bernardino Poccetti
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Bernardino Poccetti, o Barbatelli (Firenze, 26 agosto 1548 - Firenze 10 ottobre 1612) è stato un pittore italiano.
Nasce a Firenze nel popolo di San Frediano da Bartolomeo, vasaio nativo di San Mariano di Valdelsa. Compì il suo apprendistato nella bottega di Michele Tosini, iscrivendosi nel 1570 nell'Accademia del Disegno. Da quest'anno fino a circa il 1580 l'artista si specializzò nella pittura di facciate, attività da cui gli derivarono i soprannomi di Bernardino delle Facciate, di Bernardino delle Grottesche e di Bernardino delle Muse; di questa iniziale attività di pittore di grottesche e di decoratore a graffito restano tracce nel palazzo di Bianca Cappello e nel palazzetto Pitti.
È documentato come pittore indipendente almeno dal 1574, anno in cui apre una bottega in via del Palagio, e ha contatti con Bernardo Buontalenti, decorando facciate progettate dall'architetto fiorentino, che Bernardino considerò sempre suo maestro, avendo studiato con lui architettura e prospettiva.
Probabilmente intorno al 1579 fu a Roma, tornandone, scrive il biografo Baldinucci "tanto mutato da quel di prima". Non si occupa più di decorazioni di facciate di palazzi e compete con i maggiori pittori fiorentini contemporanei.
Al suo ritorno, sono documentati affreschi eseguiti nel 1582 nel convento di Santa Maria Annunziata a Montedomini, distrutti nel XIX secolo; collabora alla decorazione del Chiostro grande di Santa Maria Novella, vedendosi affidate sei lunette, e la decorazione di Palazzo Capponi, eseguita tra il 1583 e 1l 1586, ove esalta i personaggi illustri della famiglia di Ludovico Capponi, rifacendosi alla pittura celebrativa del Vasari e dei fratelli Zuccari.
Negli affreschi della compagnia della Santissima Annunziata, eseguiti fra il 1585 e il 1590, mostra la sua conoscenza delle incisioni del Dürer.
Del 1589 è l'affresco raffigurante il Miracolo della Neve nella cappella Canigiani di Santa Felicita appare ormai matura manifestazione del suo stile, insieme con la tavola dell' Andata al Calvario del Museo comunale di Arezzo e l' Ultima Cena di Casa Vasari.
Nell’ultimo decennio del '500 divenne l’agiografo prediletto dei certosini, realizzando le decorazioni nelle certose di Firenze, Siena e Pisa), aderendo alle esigenze di propaganda devozionale propugnate dalla Controriforma con un linguaggio pittorico chiaro e popolare. Nell'abside della Certosa di Firenze esegue, dal 1591 al 1593, gli affreschi con le Scene della vita di san Bruno e dal 1597 ne decora il soffitto della Cappella delle Reliquie. Nella Certosa di Siena firma e data 1597 l' Ultima Cena, stesso soggetto affrescato nel 1598 nel refettorio della Certosa di Pisa.
La decorazione della Cappella del Giglio nella chiesa fiorentina di Santa Maria Maddalena de' Pazzi è il capolavoro del pittore: la disposizione ampia e disinvolta, le figure sciolte e grandiose, i panneggi morbidi richiamano Andrea del Sarto e i senesi Vanni e Salimbeni.
Verso la fine del secolo realizza le decorazioni per la cappella della Madonna del Soccorso e i quella di Sant'Ignazio alla Santissima Annunziata (1598 circa); l'affresco con La Vergine, Maddalena e san Giovanni nella chiesa di Santa Monaca; la tela del Miracolo di Sant'Andrea Corsini, la tavola dell' Annunciazione e l'affresco del Sacrificio di sant'Elia nella chiesa del Carmine.
A testimonianza dell'apprezzamento dei contemporanei sta l'intensa attività svolta anche nell'ultimo decennio della sua vita, con le nove lunette nella chiesa di Santa Maria degli Angeli affrescate nel 1601, quelle della Santissima Annunziata di Pistoia e di San Marco a Firenze del 1602 oltre a quelle della Santissima Annunziata di Firenze.
Fra le ultime opere del Poccetti si ricordano gli affreschi nell'ospedale degli Innocenti e la decorazione della cupola della chiesa di santa Apollonia, nella quale si riconosce l'influsso della pittura di Federico Barocci.
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