Canon episcopi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Questa voce necessita di essere controllata (vedi l’elenco delle pagine da controllare). Per maggiori dettagli controlla la pagina di discussione. Se ti ritieni competente in storia medievale, contribuisci a correggere questa pagina e poi rimuovi questo avviso. (pagina segnalata nel mese di gennaio 2007) Motivazione: Assai impreciso. . Segnalazione di RL 09:30, 17 gen 2007 (CET) |
Il Canon episcopi è una breve istruzione ai vescovi sull'atteggiamento da assumere nei riguardi della stregoneria. Durante il Medioevo questo documento fu attribuito al concilio di Ancira del 314, ma si scoprì che in realtà si trattava di un testo più tardo, risalente presumibilmente all'867.
[modifica] Contenuto
Il Canon definiva la stregoneria "adorazione del Demonio" ma negava che le streghe potessero volare fisicamente e dichiarava che «[...]chiunque è così stupido e folle da credere a storie tanto fantasiose è da considerarsi un infedele, perché ciò deriva da un'illusione del Demonio». Sebbene tali voli notturni fossero ritenuti materialmente impossibili, si stimava però che essi potessero realizzarsi con lo spirito. Nonostante il Canon considerasse tali fenomeni illusori, affermava tuttavia che «pur volando con lo spirito e l'immaginazione, queste streghe sono ugualmente colpevoli, come se lo avessero fatto in carne ed ossa». Nel XII secolo il Canon creò non pochi problemi ai demonologi, per via delle sue interne contraddizioni: a partire da queste deduzioni, infatti, risultava semplice affermare che tutti gli eretici e le streghe (fisicamente o con l'immaginazione) avessero stretto un patto con il Diavolo. Tra l'altro non era nemmeno possibile difendersi da eventuali accuse, poiché nessuno poteva verosimilmente dimostrare cosa avesse immaginato o meno. Verso la metà del XV secolo la maggioranza degli inquisitori e dei demonologi cominciò a trascurare il Canon a motivo della sua problematicità e preferì utilizzare nuovi e più efficienti manuali inquisitoriali (tra questi citiamo il princeps, ovvero il Malleus Maleficarum).