Cennino Cennini
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Cennino Cennini (Colle Val d'Elsa, c. 1370 – Firenze? c. 1440) fu un pittore toscano influenzato da Giotto. Fu allievo per una dozzina d'anni di Agnolo Gaddi. Incerta appare la sopravvivenza delle sue opere pittoriche.
Le poche notizie sulla sua vita si trovano nel suo libro oppure ci sono fornite da Giorgio Vasari nella vita di Agnolo Gaddi (pubblicata nelle Vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri). Nel 1398 è sicuramente a Padova. La composizione del suo libro risale proprio al periodo veneto come si può supporre dai particolari vocaboli utilizzati. Leggendaria sarebbe invece la sua prigionia in vecchiaia nel carcere delle Stinche.
Oggi è soprattutto ricordato per il suo Libro dell'arte, scritto in volgare all'inizio del XV secolo. Il libro è il primo trattato organicamente monografico sulla produzione artistica, contenente informazioni su pigmenti e pennelli, sulle tecniche della pittura e dell'affresco e fornisce inoltre consigli e "trucchi" del mestiere. Spesso l'opera è stata interpretata dagli studiosi come momento di passaggio fra l'arte medievale e quella rinascimentale. Nel suo libro l'autore si vanata di essere il migliore maestro della terza generazione giottesca, attraverso la linea che passa per Agnolo Gaddi e suo padre Taddeo Gaddi fino a Giotto.
[modifica] Fonti
- Cennini Cennino: Il libro dell'arte a cura di Franco Brunello, Vicenza 1993.