Chiesa di Santo Spirito in Sassia
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Santo Spirito in Sassia è una delle chiese di Roma, una basilica del XII secolo costruita nel sito della schola Sacorum di re Ine del Wessex.
Il re dei Sassoni Ine del Wessex costruì (726/728) nel luogo ove ora si erge la basilica la schola Sacorum, un istituto di accoglienza per i pellegrini sassoni a Roma. Nel XII secolo venne costruita una chiesa, che prese il nome di Sassia dalla schola. Nel 1475 la chiesa fu unita al vicino ospedale del Santo Spirito per ordine di papa Sisto IV. Il sacco di Roma (1527) causò danni alla chiesa, che fu ricostruita (1538-1545) da Antonio da Sangallo il giovane o da Baldassarre Peruzzi. La facciata fu costruita da Ottavio Mascherino, su disegno del Sangallo, nel 1585-1590, per volere di papa Sisto V.
La facciata è a due livelli, con pilastri corinzi che dividono il livello inferiore in cinque parti e quello superiore in tre. Un finestrone circolare si apre nel livello superiore, e al di sopra campeggia lo stemma di Sisto V. La singola navata centrale è affiancata da dieci cappelle. Tra gli affreschi, risalenti al XVI e XVII secolo, va ricordata la Pentecoste di Jacopo Zucchi.
Una processione del velo della Veronica aveva origine da San Pietro in Vaticano per terminare qui, con il papa che celebrava messa a Santo Spirito. Questa messa garantiva l'indulgenza plenaria ed era occasione per un distribuzione di denaro ai poveri.
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