Colori complementari
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Due colori si dicono complementari quando, sommati a livello di luce (sintesi additiva), danno come risultato luce acromatica, cioè grigia o bianca.
Il concetto di colori complementari è strettamente derivante dal concetto di tinte opposte. E quest'ultimo poggia su precise basi fisiologiche e ottiche.
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[modifica] La percezione umana
La percezione umana dei colori è tale per cui le radiazioni monocromatiche (o "tinte"), che sono le componenti di ogni colore percepito, sono organizzate dal sistema occhio-cervello a coppie di tinte opposte.
L'essere opposte di due tinte è dovuto ad un fatto prettamente fisico: colori opposti danno risposte opposte da parte di determinati recettori dell'occhio.
Come si sa le radiazioni monocromatiche nel visibile vanno in modo continuo dal rosso al violetto. Per visualizzare le tinte opposte, tutte queste radiazioni base vengono disposte lungo un cerchio, con l'aggiunta delle porpore (che non sono tinte monocromatiche) a collegare violetto col rosso. Le tinte opposte si trovano disposte appunto agli opposti del cerchio.
Quindi per ognuna delle tinte monocromatiche (divisibili nelle sezioni: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, violetto unite tra loro dalle relative tinte intermedie), ne esiste una opposta. Ad esempio il blu grosso modo è opposto al giallo (bisogna considerare l'esatta sfumatura di blu e la corrispettiva sfumatura di giallo), il rosso è opposto all'azzurro verdastro, il porpora al verde, ecc....
Quando due colori di tinte opposte si sommano come luci (sintesi additiva) succede che al variare dell'intensità dei due il colore finale che si ottiene è costituito dal più intenso dei due, reso però meno saturo (cioè più sbiancato) dalla presenza dell'altro. Quando le intensità dei due colori sono opportunamente bilanciate si ha come risultato finale un colore completamente desaturato cioè neutro (grigio o bianco). I due colori in questione si sono annullati a vicenda, o meglio si sono complementati per dare il colore acromatico, ed i due colori in queste condizioni si dicono complementari.
Spesso la parola complementare si usa come sinonimo di opposto.
[modifica] Nella pittura
In pittura si pone il problema di sapere quale sarà l'effetto finale del mescolamento di due colori (intesi come pigmenti).
In generale, nel mescolamento dei pigmenti non si hanno gli stessi risultati che si hanno nella sintesi additiva, cioè nella somma delle luci. Ad esempio sommando le luci complementari gialla e blu si arriva ad ottenere il grigio o il bianco, mentre ad es. mescolando due colori ad olio giallo e blu si ottiene sempre un verde.
Quando si ha a che fare con colori trasparenti, come nell'acquerello, il loro mescolamento produce risultati che sono regolati dalla legge della sintesi sottrattiva. In pratica ognuno dei due colori del miscuglio filtra (cioè elimina) delle componenti della luce che lascia passare l'altro l'altro quando preso singolarmente producendo un risultato che è sempre meno luminoso del più luminoso dei due di partenza. In particolare se si mescolano due colori trasparenti opposti (cioè dalle tinte opposte), la mutua sottrazione di luce è più grande; in questi casi, in dipendenza delle quantità di colori usati si arriva anche ad ottenere il nero.
Nella pittura con colori semitrasparenti oppure opachi (come nella pittura ad olio) si ha invece la cosiddetta sintesi mista, cioè un mix tra sintesi additiva e sottrattiva, in cui comunque è la sottrattiva a prevalere. In pittura due colori si dicono complementari se mescolati tra di loro si desaturano a vicenda, fino a poter ottenere il grigio.
Le coppie di complementari in sintesi mista dunque non sono le stesse che nella fisica (addizione di luci) e nella sintesi sottrattiva.
In pittura sono dette complementari le coppie blu-arancio, rosso-verde, giallo-viola (in realtà è più facile ottenere grigi mescolando colori di tinte blu e arancio che con le altre coppie).
In pittura l'accostamento di colori complementari, o meglio di colori dalle tinte opposte, è un espediente che può essere usato sia per rendere un colore in sé più saturo che per desaturarlo (quando lo si intercala con l'opposto e si guarda da distanza).
È noto che quando si accostano due colori qualsiasi il risultato che si ottiene è una leggera variazione della tinta dei due colori nel senso di allontanarsi tra di loro: ognuno dei due colori appare come se fosse mescolato col colore opposto a quello affiancato. Questo effetto ottico (contrasto simultaneo) è dovuto al fatto che l'occhio opera sempre un meccanismo di differenziazione tra due colori accostati. Di conseguenza quando due colori affiancati sono già opposti, il risultato che si ottiene è che ognuno dei due risulta rafforzato per effetto dall'opposto affiancato, cioè risulta più saturo (cromaticamente puro), almeno nei pressi del colore opposto affiancato.
[modifica] Voci correlate
- Colore
- Stimolo di colore
- Mescolanza additiva
- Mescolanza sottrattiva
- Colori primari
- Rappresentazione dei colori
- Spazio dei colori
- Pantone
- Sistema NCS
- CMYK, in italiano quadricromia
- RGB, in italiano tricromia
- Metamerismo
- Luce