Concerto per violino e orchestra n. 5 (Mozart)
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La composizione del concerto per violino e orchestra n. 5 in La maggiore K 219 fu terminata da W. A. Mozart il 20 settembre 1775. Costituisce il quinto, e forse il maggiore, dei cinque concerti per lo stesso strumento (K 207, K 211, K 216, K 218), attribuibili con certezza al compositore, scritti nel breve volgere di pochi mesi (da aprile a dicembre) dello stesso anno.
È certamente il più eseguito dei concerti del compositore ed in esso lo strumento solista è trattato con maestria (non si dimentichi che Mozart era un valente violinista). La bellezza melodica, la forte contrapposizione dei singoli movimenti, l'uso sicuro delle possibilità espressive dello strumento tutte presenti non sono portate ai massimi livelli. Si deve in ogni caso tener conto che quest'opera esce dalla mente di un Mozart diciannovenne e che questi non si cimenterà più in questo tipo di composizioni.
L'allegro aperto inizia con orchestra e violino che suonano insieme. Il tema iniziale viene esposto due volte in modo stilizzato a cui segue una melodia più estesa. Fa capolino un adagio di poche battute dove fa il suo ingresso lo strumento solista. Riprende poi l'allegro iniziale che porta alla conclusione dopo una libera cadenza del violino.
L'adagio apparve troppo ricercato ad Antonio Brunetti, primo violino dell'orchestra di Salisburgo. Mozart andando incontro ai desideri di Brunetti lo modificò con la stesusa di un altro adagio (K 261) di effetto più sicuro ed immediato e dove, come nella stesua del concerto K 216, sostituirà gli oboi con i flauti e prescriverà agli archi l'uso dell sordina.
Il rondò, movimento di grande attrattiva, mette insieme brani con ritmi differenti. Si inizia con un minuetto eseguito dal solista e ripreso dall'orchestra. Dopo dopo episodi liberi e la loro riesposizione vi è un tema con funzione di intermezzo. Segue un allegro in ritmo quaternario che riprende la moda delle musiche turche trattate con intelligente ironia. Sempre in questo brano sono anche evidenti gli ammiccamenti alla musica tzigana. Il movimento termina richiamando elegantemente e soffusamente il bel minuetto iniziale.
È sottolineare che la musica "alla turca" faceva grande uso di strumenti a percussione che non erano presenti nell'orchestra di Salisburgo. Mozart allora usa l'espediente tecnico di far suonare violoncelli e contrabbassi coll'arco a rovescio ricavandone una imitazione timbrica.
[modifica] Dati sull'opera
- K 219
Durata
- 29 minuti
Movimenti
- allegro aperto
- adagio
- rondò. tempo di minuetto
Organico
- violino (solo)
- 2 oboi
- 2 corni
- archi (violini primi e secondi; viole; violoncelli; contrabbassi)
Luogo e data di composizione
- Salisburgo, 20 dicembre 1775
Prime edizioni a stampa
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