Disease-awareness
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Disease-awareness, letteralmente malattia-consapevolezza, è un neologismo che indica una campagna pubblicitaria finalizzata all'introduzione di quadri clinici al di fuori della seduta medica per indurre il consumatore alla ricerca di un rimedio per specifiche malattie.
Il più delle volte si tratta di un'operazione di marketing finalizzata all'introduzione di un farmaco già pronto per l'immissione nel mercato. In questo caso si deve parlare di disease-mongering o mercificazione della malattia.
Ci si avvale del reclutamento di un opinion-maker, un medico disposto a reclamizzare pubblicamente dietro compenso quel prodotto, lasciando che la casa farmaceutica scelga anche le diapositive che verrano da lui mostrate durante il convegno medico.
Nel frattempo ci si muove per garantirsi una presenza del maggior numero di testate giornalistiche nell'ambito di tutti i mass-media che moltiplichi i servizi e le corrispondenze. Dal canto loro i giornalisti tenderanno a gonfiare i dati sulla diffusione e il pericolo della malattia per alzare il livello di importanza del proprio servizio.
Poi usando in modo strumentale i test scientifici sul farmaco in realtà già pronto, i medici di famiglia dietro compenso selezionano i soggetti adatti che infine continueranno ad assumere il farmaco dopo la conclusione del presunto test, e i medici a trascriverlo.
Dove lo stato di salute del consumatore si trasforma in un sintomo, quando si fa prescrivere il farmaco diventando paziente, si chiude il cerchio.
Ci sono alcuni semplici esempi reali che possiamo riscontrare personalmente ogni giorno osservando le réclame di alcuni prodotti farmaceutici per risolvere un qualcosa che viene preceduto dall'espressione "problemi di": invecchiamento, calvizie, cellulite, mal di testa post-sbronza, sacchi lacrimali, sbalzi di umore e anche infelicità.
A monte di questi prodotti ormai in voga c'è stata quest'operazione di marketing del quale ormai non abbiamo più memoria.
E' recente un'indagine svolta da Lisa Cosgrove, psicologa all'Università del Massachusetts a Boston, sulla compilazione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder (DSM-IV), il manuale usato dalla maggior parte degli addetti ai lavori per la diagnosi dei disordini mentali. Ne risulta che il 56% degli esperti che collaborò alla stesura dell'edizione del 1994 aveva almeno un rapporto economico diretto con una o più case farmaceutiche pregresso e fino al 2004. La percentuale sale in molti casi fino al 100% tra gli esperti, perlopiù psichiatri, coinvolti nella stesura delle sezioni del manuale dedicate a gravi malattie mentali.
Un'indagine svolta dal dottor Finzen rivela come il 58% della popolazione, per un periodo della vita, soffre di un disturbo della personalità rilevato dal manuale stesso, portando alla conclusione paradossale che sia perciò normale essere psichicamente malati tuttavia passibile di trattamento specialistico anche ricorrendo ovviamente a farmaci.
Da quando anche la sindrome premestruale è stata inserita tra le malattie psichiche del manuale, anche gli psichiatri possono curare, volendo prescrivendo farmaci, questa presunta patologia. Per questa ragione la ditta che ha perso i diritti sul brevetto scaduto del Prozac, commercializza lo stesso prodotto con il nome di Sarafem, pillola per la cura di sindromi premestruali gravi.
[modifica] Voci correlate
- Antipsichiatria
- Knock ou Le triomphe de la médecine - dramma in tre atti di Jules Romains il cui tema principale è il modo in cui persone sane vengono trasformate in pazienti
[modifica] Bibliografia
- Jorg Blech - Gli inventori delle malattie, come ci hanno convinti di essere malati - Collana I Draghi - LiNDAU 2006: ISBN 8871805763
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) diseasemongering.org
- (EN) Study Finds a Link of Drug Makers to Psychiatrists - Articolo del New York Times di Benedict Carey, 20 Aprile 2006