Due di due
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Due di Due è un romanzo del 1989 di Andrea De Carlo, pubblicato in Italia dalla Einaudi.
In Due di Due Andrea De Carlo racconta la storia di due ragazzi della sua generazione che vivono il Sessantotto sui banchi della prima liceo per poi intraprendere due vite diverse una volta finita la scuola.
[modifica] Trama
L'amicizia tra Mario e Guido nasce al ginnasio, quando il primo, bravo ragazzo della Milano bene, viene coinvolto dall'amico nelle contestazioni sessantottine e nel movimento anarchico. Guido è un ragazzo insofferente che critica senza mezzi termini il conformismo dell'Italia di allora e anche dei contestatori marxisti dell'autunno caldo della prima liceo. Nel pensiero di un giovane come lui anche questi ultimi sono vecchi e non guardano al futuro: vorrebbero cambiare il mondo per tornare indietro. Hanno la testa piena di fotografie granulose e film da cineteca, la Corazzata Potemkin e Pellizza da Volpedo, monumenti e vecchie copertine di libri. Non riuscirebbero a inventare qualcosa nemmeno se fossero costretti. Le sue idee libertarie non hanno spazio nell'Italia di allora e Guido finisce quindi per abbandonare la politica e il liceo per girare il mondo. Mario, invece, durante l'assenza di Guido si iscrive all'università ma cade presto in depressione. Quando eredita del denaro dal marito di sua madre con l'indicazione di farne qualcosa di convincente si decide a cambiare vita. Si trasferisce nella campagna di Gubbio dove compra un casolare per iniziare a coltivare dei campi secondo principi biologici. In una libreria di Perugia incontra una ragazza, Martina, che diventa la sua compagna e da cui avrà due gemelli. Con l'aiuto di altre persone riescono poi a fondare una cooperativa agricola i cui prodotti riscuotono un discreto successo. Durante questa seconda parte del romanzo Guido entra nel racconto con le sue lettere che spedisce a Mario e da cui emerge l'instabilità interiore che contraddistingue il personaggio. Quando Guido viene convinto a trasferirsi nel casolare di campagna, inizia la stesura di un romanzo, Canemacchina, sulla crisi della Milano industriale, trituratirice di vite. Mario riusce poi a farlo pubblicare e Canemacchina riscuote un enorme successo. Un successo basato però sulla figura esasperata e distorta dell'autore che diventa il simbolo di quella che i giornali chiamano la generazione perduta.
