Economia internazionale
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Per economia internazionale si intende quella branca della scienza economica che ha come oggetto di studio i rapporti economici tra paesi diversi, nonché i modelli analitici che permettono di interpretarli. L'economia internazionale può essere analizzata sotto diversi punti di vista, tuttavia la letteratura accademica sembra essersi concentrata in modo rilevante sui seguenti aspetti:
- teorie del commercio internazionale;
- finanza internazionale;
- problemi e temi connessi al processo di integrazione dei mercati (globalizzazione).
L'economia internazionale si serve degli usuali strumenti dell'analisi economica: di quelli microeconomici per lo studio delle economie dei singoli paesi e di quelli macroeconomici per lo studio dei valori aggregati.
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[modifica] Teorie del commercio internazionale
Le teorie del commercio internazionale possono essere ricondotte principalmente a due:
- Teoria ricardiana
- Teoria della dotazione dei fattori
[modifica] La teoria ricardiana
La teoria ricardiana, che prende il nome dal suo autore David Ricardo ed è anche detta dei "vantaggi comparati", fa parte, insieme alla teoria di Adam Smith detta dei "vantaggi assoluti", delle teorie "classiche" del commercio internazionale.
L'ipotesi di base di entrambe le teorie è che due paesi analizzati presentino un diverso livello tecnologico e, quindi, differenti produttività del lavoro.
[modifica] Vantaggi assoluti
Smith ipotizza che due paesi, ad esmpio "H" ed "F", abbiano una differente produttività del lavoro; in particolare che "H" sia più efficiente nella produzione del bene Y e "F" lo sia rispetto al bene X. Se ipotizziamo che j sia la produttività del lavoro (dove per produttività si intende la quantità prodotta da un singolo lavoratore) per il bene Y e k quella del bene X avremo:
BENI | H | F |
Y | j = 30 | j = 20 |
X | k = 20 | k = 30 |
Si nota come risulti conveniente per il paese "H" specializzarsi nella produzione di Y dove risulta più efficiente rispetto al paese "F". A quest'ultimo invece conviene specializzarsi nella produzione di X nella quale, viceversa, è più efficiente.
Per capire quali siano i benefici per l'economia mondiale di una specializzazione dei paesi che rispetti l'efficienza relativa ipotizziamo ora che in "H" i lavoratori del settore X si spostino tutti nel settore Y (il paese, dunque, dismette la produzione del bene X per specializzarsi in Y). "F", analogamente, despecializza Y per specializzarsi in X. Avremo in tal caso:
BENI | H | F | Totale |
Y | j = +30 | j = -20 | +10 |
X | k = -20 | k = +30 | +10 |
Tale tabella evidenzia il fatto che un lavoratore che si sposti dalla produzione del bene X a quella del bene Y nel paese "H" provoca una riduzione di 20 unità nel settore X (è evidente perché se prima produceva 20, ora non le produce più perché lavora in un altro settore) e un aumento di 30 unità nel settore Y. Lo stesso accade nel paese "F": l'economia mondiale ha tratto benefici da tale specializzazione; in particolare ora è possibile produrre +10 unità del bene Y e +10 unità del bene X rispetto a quanto fosse in precedenza possibile.
[modifica] Vantaggi comparati
Nella teoria di Ricardo si suppone invece che esista un paese più efficiente di un'altro in tutti i settori considerati ma che vi sia inoltre, tra i due paesi, una differenza anche per quanto riguarda il costo del lavoro. Si prendano, ad esempio, due paesi "A" ed "E" dove risulti, in merito alla produttività dei beni X ed Y, la seguente situazione:
BENI | E | A |
Y | j = 30 | j = 5 |
X | k = 20 | k = 5 |
Se, però, il salario di un lavoratore di "A" è 1/5 di quello di un lavoratore in "E" allora al paese "A" converrà specializzarsi nella produzione di X e al paese "E" nella produzione di Y e ciò nonostante "A" non abbia nessun vantaggio assoluto rispetto ad "E" ma solo un vantaggio comparato: infatti, con la medesima spesa totale, posso far lavorare un singolo lavoratore in "E" o cinque di "A". Nella produzione di X il paese "E" produrrebbe quindi 20 unità (un singolo lavoratore con produttività pari a 20) del bene mentre "A" 25 (5 lavoratori con produttività pari a 5 unità del bene).
La tabella seguente - che ipotizza lo spostamento dei lavoratori tra i due settori produttivi all'interno dei paesi - evidenzia maggiormente come il costo del lavoro influenzi la convenienza nella specializzazione:
BENI | E | A | Totale |
Y | j = +30 | j = -25 | +5 |
X | k = -20 | k = +25 | +5 |
Anche in questo caso l'economia mondiale può quindi trarre benefici dalla specializzazione e dallo scambio internazionale.
[modifica] Teoria della dotazione dei fattori produttivi
Secondo tale teoria (definita anche come modello di Heckser-Ohlin) le differenze tra due paesi presi in esame non riguardano la dotazione tecnologica ma la dotazione di fattori produttivi. In generale, semplificando, possiamo dire che i fattori produttivi sono due: lavoro e capitale, che il fattore produttivo lavoro è remunerato dal salario mentre il capitale viene remunerato dal tasso di interesse. Dal momento che la regola di base della teoria della domanda e dell'offerta ci dice che tanto più la quantità offerta sul mercato di un determinato bene è elevata, tanto minore il prezzo del medesimo bene, applicando la medesima anche ai mercati di lavoro e capitale avremo che tanto più un determinato paese è dotato di forza lavoro e tanto più il costo del lavoro sarà basso, tanto più un paese è dotato di capitale e tanto più il costo del capitale sarà basso.
Secondo tale teoria ne discende che se un paese è fornito di un'elvata quantità di forza lavoro, si specializzerà nella produzione di beni ad alta intensità di lavoro (un esempio in tal senso è dato dalla Cina: un'elvata quantità di forza lavoro sul mercato determina salari molto bassi e la produzione, in tale paese, di beni ad alta intensità di lavoro manuale come scarpe, abiti, etc...)
Paesi dotati di un elevata quantità di capitali disponibili sul mercato tenderanno invece a specializzarsi in produzioni ad alta intensità di capitale.