Family script
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Il modello dei Family script, applicato nella terapia familiare, è stato ideato da John Byng-Hall.
Testo di riferimento è Re-writing family scripts (1995): in italiano Le Trame della famiglia. Attaccamento sicuro e cambiamento sistemico, Raffaello Cortina Editore, 1998.
Il modello, che si propone di superare il dualismo tra relazioni “rappresentate” e “reali”, introduce nella terapia familiare il concetto di “copione” (script), intendendolo come una rappresentazione mentale di un comportamento di teoria dell'attaccamento.
È possibile così descrivere il modo in cui i vari script - definibili come modelli operativi interni - convergono a creare script familiari, cioè copioni che contengono le aspettative condivise dai membri della famiglia sul modo in cui i ruoli devono essere rappresentati.
Appare evidente come la condivisione di uno script sia fondamentale per l'identià dei membri di una famiglia e perché essi si riconoscano in un sistema di significati condiviso.
Il modello descrive inoltre l’influenza della famiglia sul modo in cui un ruolo è impersonato e sull'arruolamento dei membri in un determinato copione con un determinato ruolo.
La famiglia stabilisce i confini entro i quali un copione può essere messo in scena o modificato: l'improvvisazione al di fuori dei limiti previsti dallo script è un comportamento esplorativo (nel senso in cui la teoria dell'attaccamento intende il comportamento esplorativo): per definizione, possibile soltanto una volta soddisfatti i bisogni di attaccamento e di una “base sicura”.
Ogni riscrittura di un copione costituisce un copione correttivo, vale a dire un copione che può prevedere soluzioni diverse da quelle del passato; al contrario, quando un copione sembra ripetersi senza possibilità di improvvisazione né di cambiamento, si parla di copione ripetitivo.
Nell'idea di Byng-Hall, la terapia può offrire una cosiddetta "base sicura": la relazione col terapeuta può essere tale da incoraggiare la famiglia a esplorare e improvvisare nuovi abbozzi di copioni, dai quali può nascere un nuovo copione correttivo.
I copioni possono essere inter- e intragenerazionali: i primi presiedono alla regolazione dei rapporti all'interno della stessa generazione (rapporti tra fratelli o tra coniugi, ad esempio); quelli intragenerazionali contengono le regole dei rapporti tra generazioni diverse: tra figli e genitori, tra nonni e nipoti ecc.
Ogni famiglia, probabilmente, possiede uno script che regola i rapporti con l'esterno: in definitiva una visione del mondo e di quello che è diverso dal "noi" familiare.
L'autore riporta numerosi casi clinici attraverso i quali è possibile comprendere la sua idea dello script e il modo in cui il terapeuta collabora con la famiglia nella riscrittura di un nuovo copione. Un esempio che emerge dalla sua riflessione è quello dello script del lutto: in che modo la famiglia si organizza per far fronte alla perdita di un congiunto? Richiama un membro a impersonare il ruolo e la funzione di chi non c'è più o, al contrario, si riorganizza creativamente per costruire un nuovo copione che tenga conto del cambiamento e della perdita?
Il modello di John Byng-Hall nasce e si sviluppa nel periodo in cui le arti performative esercitano una significativa influenza sulle scienze umane e offrono loro nuove metafore; si può pertanto dire che il copione familiare assomiglia ad una commedia in cui ogni personaggio ha un ruolo proprio e proprie motivazioni: ruoli e motivazioni contribuiscono a creare un intreccio, una trama familiare. Sebbene una delle influenze del modello sia la terapia strutturale di Salvador Minuchin, tipicamente postmoderno appare l'interesse di Byng-Hall per la polifonia delle storie e delle narrazioni dei pazienti.