Gaetano Badalamenti
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Gaetano Badalamenti (Cinisi, 14 Settembre 1923 – Centro medico federale di Devens, Ayer, Massachusetts, USA, 29 Aprile 2004) fu uno dei membri più potenti di Cosa Nostra. Don Tano Badalamenti fu il capomafia della sua città natale Cinisi, Sicilia, e capeggiò la Cupola Mafiosa nel 1970. Nel 1987 fu condannato negli stati uniti a 45 anni di reclusione in una prigione federale per essere stato uno dei leader della allora chiamata Pizza Connection, un anello di narcotraffico del valore di 1,65 miliardi di dollari che utilizzava pizzerie come punti di spaccio dal 1975 al 1984.
Tano Badalamenti rimase sempre un mafioso vecchio stile, fedele alla regola dell'omertà. Non ha mai ammesso di far parte di Cosa Nostra, ma non ha mai negato di farne parte. Durante un interrogatorio dell'FBI dichiarò: "Se rispondessi, danneggerei me stesso in Italia." Durante la sua condanna di 45 anni negli USA non diventò mai un pentito.
Al suo nome è legata la morte di Peppino Impastato, e parte delle rivelazioni rese dal primo pentito di mafia Tommaso Buscetta al giudice Giovanni Falcone.
Indice |
[modifica] Primi Anni
Tano Badalamenti fu il più giovane in una famiglia di 5 maschi e 4 femmine. Frequentò per breve tempo la scuola prima di iniziare a lavorare come bracciante all'età di 10 anni. Arruolato nell'esercito italiano nel 1941, disertò prima che gli alleati sbarcassero in Sicilia nel Luglio 1943. Suo fratello maggiore Emanuele Badalamenti emigrò negli Stati Uniti e avviò un supermarket e una pompa di benzina nella città di Monroe, Michigan. Nel 1946 Gaetano ricevette un avviso di garanzia per cospirazione e rapimento. Nel 1947 venne anche accusato di omicidio, circostanze che lo portarono a scappare da suo fratello Emanuele negli Stati Uniti. Badalamenti fu arrestato nel 1950 e venne estradato in Italia. Sposò Teresa Vitale (la quale sorella sposò Filippo Rimi, il capomafia di Alcamo) e avviò una attività familiare come coltivatore di limoni. Le sue difficoltà giudiziarie si risolsero completamente per mancanza di prove.
Badalamenti creò un redditizio business fornendo il materiale roccioso per la costruzione dell'Aeroporto di Punta Raisi di Palermo, caduto nella sfera di influenza della famiglia di Cinisi. Nei primi anni '60 corruppe degli ufficiali per avere il permesso di costruzione dell'aereoporto vicino il suo paese natale, nonostante la sfavorevole posizione geografica. La costruzione necessitò una ingente quantità di roccia e ghiaia disponibili in grande quantità nella proprietà della famiglia. Le sue ditte di costruzione, una piano concreto e una gran numero di camion hanno fornito l'occupazione tanto necessaria per il cantiere arricchendo notevolmente Badalamenti.
[modifica] Capomafia di Cinisi
Badalamenti assunse la leadership della Mafia di Cinisi nel 1963 dopo aver ucciso con un attentato Cesare Manzella durante la Prima Guerra Mafiosa. Il Massacro di Ciaculli avvenuto il 30 Giugno 1963 – quando sette poliziotti e ufficiali militari inviati per disinnescare una bomba in un automobile che aveva come obiettivo Salvatore Greco morirono – cambiò la guerra mafiosa in guerra contro la mafia. Fu il primo concreto piano anti-mafia dello stato italiano nel dopoguerra. In un periodo di 10 settimane 1200 mafiosi furono arrestati, e molti di loro sparirono dalla circolazione per almeno 5-6 anni innescando come conseguenza lo scioglimento della Cupola. Badalamenti aveva il completo controllo di Cinisi. "Sembrava che Badalamenti fosse ben voluto dai Carabinieri in presenza dei quali era calmo, sicuro, e amava molto parlare con loro. Sembrava quasi facesse loro un favore non facendo accadere nulla, rendendo sicura e calma la cittadina di Cinisi. " [...] "Spesso si potevano vedere camminare insieme a Badalamenti e i suoi guardiaspalle. Non si può avere fiducia nella istituzioni quando si vedono braccio a braccio con i mafiosi." dichiarazione di Giovanni Impastato – fratello dell'assassinato comunista ed attivista antimafia Giuseppe Impastato – nella sua dichiarazione prima della commissione italiana antimafia. [1]
[modifica] Traffico di Eroina
Gaetano Badalamenti divento uno dei maggiori trafficanti di eroina della mafia siciliana. Dal 1975 al 1984, fu uno dei maggiori protagonisti di una operazione di narcotraffico del valore di 1,65 miliardi di dollari , conosciuta come Pizza Connection, che importava eroina dal Medio Oriente e la distribuiva tramite il retro di molte pizzerie degli stati uniti medio-occidentali.
Già nel 1951, la polizia Americana identificò 50 chili di eroina spedita a Badalamenti che allora viveva a Detroit come un immigrato clandestino. Tuttavia, nel 1950 la maggior parte dei ricavi erano ancora frutto del contrabbando di sigarette in Italia. Solamente nel 1953 avvenne il primo arresto di Badalamenti per contrabbando di sigarette in Italia. In seguito, nel 1957 fu nuovamente catturato con 3 tonnellate di sigarette di contrabbando.
La repressione scaturita dal Massacro di Ciaculli distrusse il commercio di eroina della mafia siciliana con gli stati uniti dato che molti mafiosi furono arrestati e incarcerati. Il controllo del business cadde nelle mani di pochi latitanti: i cugini Greco Salvatore "Ciaschiteddu" Greco e suo cugino Salvatore Greco, conosciuto come "l'ingegnere" o "Totò il lungo", Pietro Davì, Tommaso Buscetta e Gaetano Badalamenti.
Dopo il 1975, Badalamenti si alleò con Salvatore Catalano della famiglia siciliana di Bonanno di New York e fu implicato nell'affare "Pizza Connection". Quando l'FBI iniziò a chiudere l'affare nel 1984, Badalamenti scappò in Spagna ma fu lo stesso arrestato a Madrid.
Nel 1985 Gaetano Badalamenti e altri implicati nel caso furono accusati di traffico illegale di narcotici, associazione a delinquere di stampo mafioso e per riciclaggio di denaro sporco. Gli accusatori misero a carico anche la responsabilità di molti omicidi negli USA ed in Sicilia. Il processo a Badalamenti e ai suoi alleati durò 17 mesi durante i quali Badalamenti e Catalanos testimoniarono uno contro l'altro. Nel 22 Giugno 1987 Badalamenti fu condannato solo per riciclaggio di denaro sporco ma ad una pena detentiva di 45 anni e ad una ammenda di 125000 dollari. Solo suo figlio Vito Badalamenti fu rilasciato.
[modifica] Cupola
Nel 1970, la Cupola venne ricreata. Composta da 10 membri fu inizialmente governata dal triumvirato che consisteva in Gaetano Badalamenti, Stefano Bontade e i boss Corleonesi: prima Luciano Leggio poi Salvatore Riina il quale attualmente rappresenta i Corleonesi. Nel 1975 la cupola fu ricostruita sotto la leadership di Badalamenti.
La Cupola mafiosa era intesa per sciogliere le dispute e per mantenere la pace tra le famiglie mafiose, ma Leggio e il suo luogotenente e successore, Salvatore Riina, meditavano di decimare i clan di Palermo. Alla fine del 1978, Gaetano Badalamenti fu espulso dalla cupola e Michele Greco lo rimpiazzò. Quella fu la fine di un periodo di relativa pace e un grande cambiamento dall'interno della mafia. Tano Badalamenti fu rimpiazzato anche come capo della famiglia mafiosa di Cinisi da suo cugino Antonio Badalamenti. Si spostò in Brasile dalla Spagna soggiornando a São Paulo.
[modifica] Note
- ↑ Giuseppe Impastato: la sua vita, il suo assassinio, l'investigazione e l'insabbiamento di Tom Behan, Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato".
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Il processo Impastato
- Caso Impastato sentenza of della commissione parlamentare antimafia, 6 Dicembre 2000
- Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato"
- Articolo in inglese della BBC sulla morte di Gaetano Badalamenti, BBC News, Sabato 1 Maggio 2004