I culti di dioniso
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[modifica] il culto di dioniso
l'antropologia per capire i greci
un contributo importante alla comprensione del rituale dioniasico e' stato recentemente offerto dall'antropologia comparata; si e' osservato infatti che rituali fondati su una danza frenetica al suono di flauti e tamburelli, che porta i convenuti alla perdita della conoscenza e alla trance, sono diffusi presso quasi tutte le culture primitive e non. si e' osservato anche che questi rituali vengono praticati soprattutto da strati della societa' normalmente esclusi dalla gestione del potere economico e politico.
cosi', a una possibile spiegazione psicologica si affianca una spiegazione sociologica scoperta dall'inglise m. van lewis: infatti, oggi si tende a credere che i cosidetti "gruppi marginali" incanalino in questi rituali la protesta e la contestazione nei confroni della societa'.
durante il rituale di dioniso, in effetti, le donne greche, che erano escluse dalla vita politica e sottoposte ad un forte controllo dei comportamenti, si riappropriano almeno provvisoriamente di una liberta' a loro negata nella vita reale.
la gestione collettiva della vita religiosa ufficiale poneva in secondo piano il contto tra il fedele e la figura divina. per rispondere al bisogno diffuso di una piu' diretta e personale comunicazione con la divinita', si svilupparono dunque forme di religiosita che sfuggivano all'organizzazione statale e si praticavano in confraternite private.
tra di esse particolarmente interessante fu il culto di dioniso ( chiamato poi dai romani bacco).
il culto di dioniso era caratterizzato da rituali orgiastici ( orgia significa propriamente azione sacra), detti dai romani baccanali, che venivano praticatiin luoghi selvaggi da gruppi prevalentemente costituiti da donne, chiamate nomadi, cioe' pazze, per i romani baccanti. durante questi rituali, che si svolgevano ad anni alterni al di fuori delle mura cittadine, in zone montagnose, molte baccanti, dopo danze frenetiche al suono di flauti e di tamburelli, cadevano in uno stto di estasi (trance).
caratteristici di queste feste erano poi i sacrifici, durante i quali veniva ucciso a mani nude un animale (di solito un cerbiatto u una capra), le cui carni erano dilaniate e divorate immediatamente.
i seguaci del culto di dioniso affermavano che questo tipo di esperienza costituiva una particolare forma di "conoscenza", raggiunta non attraverso la mente ma, attraverso la parte irrazionale di se stessi. il poeta tragico euripide descrive nella tragedia le baccanti i particolari di questo rituale:
le menadi manipolavano serpenti velenosi senza essere morse, manifestavano insensibilita' ai colpi e al fuoco, e possedevano un'energia sovrumana; il loro viso si alterava sino a diventare spaventoso, emettevano urla selvagge e poi cadevano in uno stato simile all'ipnosi.
al loro risveglio, infine, non ricordavano nulla di quanto era accaduto. in passato si tendeva a pensare che i baccanali fossero solo leggende o fantasie di poeti e artisti; oggi invece si tende ad accettare come un dato di fatto sia la reale esistenza di questi culti, sia la loro origine antica.
il problema, dunque, e quello di interpretarne il significato.