Il Corsaro (balletto)
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Il balletto è basato su un popolare poema di Lord Byron (1788 - 1824), “The Corsair”, tragedia di un corsaro, pubblicato in 1814. Conrad, il protagonista, è una irrequieta combinazione di spericolatezza, cavalleria, e odio per sé, che disdegna l’umanità e vaga attraverso la vita appesantito dalla sofferenza per la perdita dei suoi ideali giovanili, distrutti in qualche maniera oscura.
L’unica grazia che salva l’esistenza di Conrad è il suo amore per Medora, una schiava greca che ha liberata.
"unchangeable -- unchanged, Felt but for one from whom he never ranged; Though fairest captives daily met his eye."
“immutabile -- immutato, Amava solo una dalla quale non si è mai allontanato; Nonostante che bellissime prigioniere incontravano quotidianamente il suo occhio.”
Conrad viene ferito, catturato, e imprigionato, rischiando la morte per tortura per mano del crudele Pasha Seyd. La concubina di Seyd, Gulnare, si innamora del prigioniero; una volta Conrad le ha salvato la vita. Gulnare uccide Seyd e libera Conrad, ma muore nel tentativo. Dopo essersi fermato a darle un solo bacio, Conrad corre da Medora, però scopre che durante la sua assenza, anche lei è spirata.
"What reck'd it how? The love of youth, the hope of better years. The source of softest wishes, tenderest fears, The only living thing he could not hate."
"Che cosa l’ha reso così? L’amore della gioventù, la speranza di anni migliori, La fonte dei desideri più dolci, le paure più tenere, L’unica cosa vivente che non poteva odiare."
Conrad scompare, lasciando i suoi compari a lamentarlo sul bordo del mare.
Se fosse stato fedele al dramma tragico della poesia, simile a La Bayadere, forse ne sarebbe emerso un libretto più forte. I suoi librettisti hanno preferito trasformarlo in una commedia che, con varie modifiche nel corso degli anni, è diventata una trama piuttosto sfuggente.
Nel 1837 al King’s Theatre, Londra è stato presentato un balletto sul Corsaro in due atti, del ballerino-coreografo francese François Decombe Albert, con la musica di Robert Bochsa. E’ stato abbastanza popolare per essere ripreso fino al 1844. La versione che si conosce oggi, del 1856, deriva dalla coreografia di Joseph Mazilier, coautore del libretto con Jules-Henri Vernoi de Saint-Georges, a sua volta coautore del libretto di Giselle. Ha ingrandito il ruolo di Medora, che comprende elementi del personaggio Gulnare, e ridotta Gulnare ad una parte marginale.
La musica fu commissionata ad Adolphe Adam (1803 - 1856), già celebre compositore di Giselle, che ha completato la partitura musicale pochi mesi prima di morire.
Pure il finale è stato cambiato, con un naufragio in cui muoiono quasi tutti, tranne Conrad e Medora, che rimangono attaccati ad una roccia. La scena del naufragio era un capolavoro di tecnica scenica dell’800, che ha stupito il pubblico ed è rimasto la chiave del successo del balletto fino al 20° secolo, quando l’interesse è stato trasferito sul virtuosissimo delle parti danzate.
Originalmente il ruolo del Corsaro non era una parte ballata, ma fu affidata ad un famoso mimo italiano, Domenico Segarelli. Nel 1858 Jules Perrot, coreografo di Giselle, ha presentato una nuova produzione del Corsaro al Teatro Bolshoi, Mosca, con Marius Petipa nel ruolo di Conrad. Nella scena del naufragio Andrei Roller, maestro di effetti teatrali del Bolshoi ha usato effetti elettro-galvanici per i fulmini. Incorporava nuova musica di Cesare Pugni, Ludwig Minkus e del principe Oldenbourg per un nuovo pas de deux di Petipa.
Petipa ha creato più versioni del balletto, l’ultimo nel 1899, che enfatizzavano sempre di più la danza e lo stile classico. Dalla versione del 1868 si ricorda il sogno-visione di Pasha Seyd con la musica “Le Jardin Animé” di Léo Delibes, con Medora, la sua amica Gulnare, e il corpo di ballo femminile. Riccardo Drigo ha creato la musica per un pas de trois per Medora, uno schiavo e Conrad, introdotto nelle versioni di Petipa. Nella prima metà del 20° secolo il Corsaro continuava ad esistere rappresentato quasi esclusivamente in Russia. Vakhtang Chabukiani ha creato una nuova versione della coreografia di Petipa, incrementando la parte danzata per i ballerini maschi. Ha cambiato il pas de trois di Drigo in un passo a due. Questo passo a due è stato reso celebre dall’interpretazione di Margot Fonteyn (1919 - 1991) e Rudolf Nureyev (1938 - 1993), presentato per la prima volta nel 1962 a Covent Garden a Londra.
I cambiamenti che si sono avvicendati nel secolo e mezzo di vita del balletto ci dimostrano come l’arte dello spettacolo può essere un processo e il soggetto una serie elaborata di istruzioni e materiali che devono essere adattati al momento, anziché un prodotto, come un libro, che può essere riprodotto sempre identico in ogni momento.