Jan Saudek
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Jan Saudek Biografia
1935 Jan Saudek nasce in quel di Praga il 13 Maggio del 1935, suo padre lavorava in una banca a Praga, città nella quale cresce e va a scuola fino all'età di 15 anni. Suo padre sopravvisse al campo di concentramento di Theresienstadt dove però morirono i suoi sei frateli.
1950-83 Lavora presso una tipografia. Inizia a dipingere e disegnare. Descrivendo la sua prima macchina fotografica, una Baby Brownie Kodak dice: "l'unica cosa che si può fare con questa macchina fotografica è caricare la pellicola, premere il bottone e fare la foto; ed è esattamente quello che ho fatto fino al 1963."
1953 La sua primissima fotografia, Jan Saudek guarda la foto di suo fratello come la prima importante opera artistica. Lavora in una fattoria.
1954-56 Servizio Militare.
1958 Si sposa con Marie con la quale avrà due figli: Samuel e David.
1959 Ha la sua prima vera macchina fotografica, una Flexaret 6 x 6.
1963 La prima esibizione personale in quel di Praga. Decide di diventare un fotografo; ispirato dall'esposizione di Edward Steichen intitolata "The Family Man" vuole fare un book fotografico che parli delle persone del suo tempo. Solo fotografie a persone con cui è personalmente legato - "Puoi chiamarlo amore" (You could call it love)
1966 Fa la sua foto più famosa: Life (Vita)
1969 Viaggia negli USA dove Hugh Edwards lo incoraggia a continuare nella sua professione di fotografo. Prima esibizione solitaria all'università di Bloomington nell'Indiana.
1970 Si separa dalla moglie Marie.
1972 Scopre quello che diventerà il sinonimo della sua arte ovvero il muro di uno scantinato decadente. A metà degli anni '70 la sua reputazione internazionale crebbe sempre più. Lavora con molti artisti inclusi Paule Pia (Antwerp e Bruxelles), Karsten Fricke (Bonn), Marlene e Jean-Pierre Vorlet (Losanna), Pierre Borhan (Parigi), Anita Neugebauer (Basilea) e David Travis (Istituto d'arte di Chicago).
1977 Viaggia fino ad Arles per recarsi al "Rencontres Internationales de la Photographie" e dopo si reca anche a Parigi.
1976-84 Collabora e fa esibizioni presso la Galleria Jacques Baruch a Chicago. Nel 1983 il primo monografo su Saudek, "Il mondo di Jan Saudek", in lingua inglese, tedesca e francese. Inizia a fare stampe in bianco e nero (intorno al 1977).
1984 Dopo anni di lavoro in una fabbrica gli viene dato un permesso dal lavoro in quanto fotografo ed ora, libero dal vincolo del guadagno settimanale, dedica tutte le sue capacità alla fotografia. Diventa membro dell'Unione Artisti Cechi; associazione che lo aveva ignorato a lungo. "Con il mio lavoro cerco di catturare tutte le cose che conosco ed amo, ma soprattutto vorrei lasciare un segno del tempo che ho vissuto."
1988-95 Collaborazioni ed esibizioni presso la Galerie Torch in Amsterdam, e dal 1990 con l'editore 'Art Unlimited' ad Amsterdam.
1989-91 Fa un servizio fotografico per la casa di moda giapponese "Matsuda".
1990 Viene insignito come 'Chevalier des Arts et Lettres' ovvero cavaliere d'arte e di lettere. Il regista francese, Jerome de Missolz, fa un corto metraggio intitolato: "Jan Saudek - Photograph tchéque" (Fotografia ceca).
1995 Pubblica il suo primo libro, Dopis (Lettere), edito da Sarah Saudek. Sin da metà degli anni '90 dedica più attenzione alla pittura, trasferendo i suoi più importanti temi dalla fotografia alla tela.
1998 Grandi retrospettive sulla sua fotografia e pittura a Los Angeles, Bergamot Station Arts Center, BGH Gallery.