Kalevipoeg (eroe)

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Nella mitologia ugro-finnica, Kalevipoeg è un eroe protagonista dell'omonimo poema nazionale estone Kalevipoeg, figlio di Kalev e Linda.

Nato postumo alla morte del padre Kalev, sin da piccolo dimostrò una vigoria degna del padre eroe, tanto da strapparsi le fasce di dosso e spezzare la propria culla. Pochi mesi più tardi era talmente forte da lanciare enormi pietre per gioco e sradicare alberi per farne slitte.

Il poema narra che una mattina, uscito di casa per andare a caccia con i due suoi fratelli, al rientro Kalevipoeg non trovasse più la madre rapita dal mago Tuuslar. L'eroe a differenza dei fratelli che cercarono ristoro nel sonno, interrogò la tomba del padre che gli consigliò di seguire le indicazioni del vento e delle stelle. Giunto al mare l'eroe si buttò tra le onde ed iniziò a nuotare verso il largo, giungendo ad un'isola stremato, quindi si addormentò risvegliato dal canto della fanciulla Saarepiiga.

[modifica] L'incesto

L'amore dei due finì bruscamente allorché Kalevipoeg gli rivelò la sua identità come figlio di Kalev, i lamenti della ragazza fecero accorrere il padre di lei che annunciò all'eroe che la stessa Saarepiiga era figlia di Kalev. La ragazza non ebbe la forza di resistere a quell'involontario incesto, buttandosi a propria volta nel mare, inutilmente Kalevipoeg tentò di salvarla.

	«Non posso ritornare, padre caro, non posso, mamma mia adorata, se il vostro pianto è tanto amaro io più ancora sono disperata, qui rapita nel fondo del mare»

Questo contesto rivela una volta di più la somiglianza di Kalevipoeg con l'eroe finlandese Kullervo di cui nel Kalevala si narra una storia simile, anche se Kullervo alla fine della vicenda, preso dai sensi di colpa, si uccide lasciandosi cadere sulla propria spada.

[modifica] L'incontro con Tuuslar e la spada maledetta

Ripartito dall'isola e giunto in Finlandia, Kalevipoeg si inoltrò nella terraferma fino a giungere in prossimità della dimora del mago Tuuslar, questo impaurito dall'eroe gli inviò contro un esercito che venne abbattuto con pochi colpi di una quercia sradicata. Kalevipoeg ignorò la richiesta di pietà del mago spaccandogli il cranio con un colpo solo, per poi cadere nel rimorso e rendersi conto di aver ucciso l'unica persona che sapeva dov'era la madre.

Prima di lasciare la Finlandia e ricominciare la ricerca della madre, Kalevipoeg volle acquistare una spada degna dell'eroe quale era, i finlandesi erano rinomati come grandi fabbri, ma egli distrusse tutte le armi che provò fino a che non trovò una spada forgiata tra gli incantesimi dopo sette anni di lavoro. I festeggiamenti per la spada sfociarono tragicamente nell'uccisione del figlio del fabbro da parte di Kalevipoeg, e la spada venne maledetta dal padre dell'ucciso.

[modifica] Il ritorno in Estonia

Tornato in Estonia l'eroe dapprima raccontò le sue disavventure alla tomba del padre, poi si riconciliò con i fratelli assieme a cui decise che era venuto il tempo di eleggere il nuovo re, gareggiando a chi avrebbe lanciato più lontano una pietra presso il lago Peipus, Kalevipoeg vinse la sfida, i fratelli lasciarono l'Estonia ed il nuovo re si mise a lavorare per rendere migliore il proprio regno dissodando i terreni e bonficando le paludi.

Quando si profilò il pericolo dei Cavalieri Teutonici, egli decise di erigere quattro fortezze, ubicate una sulla tomba del padre, le altre ai confini dell'Emajõgi, a Kolga-Jaani e ad Allugalta. Per la costruzione l'Eroe tornò al lago Peipus per munirsi di legname, ma dopo aver attraversato lo specchio d'acqua, esausto, si riposò e nel contempo uno stregone mezzo uomo e mezzo orso si impadronì della sua spada, ma questa era così pesante che gli cadde nel fiume Kääpa.

Quando si risveglò Kalevipoeg iniziò a chiamare la spada che rispose dicendo che non sarebbe più potuta risalire dalle acque del fiume, così l'Eroe, pensando allo stregone, proclamò che se chi aveva portato lì la spada avesse messo piede nell'acqua del fiume, l'arma avrebbe dovuto mozzargli entrambe le gambe.