La Bessa

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Immagine della Bessa

Voce principale: Baragge - Bessa - Area attrezzata Brich Zumaglia - Mont Prève.

La Bessa è il nome che identifica una specifica zona del Piemonte in provincia di Biella (nell'antichità, in ager vercellensis) caratterizzata da uno straordinario paesaggio tipicamente antropizzato: la gran parte del suo territorio - alcuni chilometri quadrati - è ricoperta da cumuli di sassi deposti dall'opera dell'uomo.

È infatti un'antica miniera d'oro che viene fatta risalire - secondo le datazioni ufficiali fornite dall'ente Riserva Naturale Speciale della Bessa, di cui il comprensorio fa parte - alla romanità; secondo taluni studiosi invece le origini del luogo vanno fatte risalire al secondo millennio a.C.

[modifica] Storia

Il toponimo Bessa secondo alcuni trova la sua radice nel dio egiziano Bes: rappresentazioni della tecnica mineraria adottata in questo luogo si troverebbero anche in diverse rappresentazioni geroglifiche in Egitto.

In realtà, i sassi di questa antica discarica mineraria a cielo aperto sembrano essere il prodotto dello scavo della adiacente lunghissima collina morenica della Serra d'Ivrea. Tale scavo pare sia avvenuto con una tecnica mineraria arcaica ed efficacissima, ovvero la tecnica del subissamento.
Ciò implica l'esistenza di un'opera ciclopica di ingegneria idraulica che però attualmente non è ancora stata studiata a fondo.

La leggenda della Bessa

Secondo un'antica leggenda, gli antichi romani sfruttarono come schiavi gli abitanti dell'attuale territorio di Cerrione al fine di raccogliere l'oro presente nella Bessa.

Ma venne il giorno in cui, stanchi di non essere pagati, gli schiavi iniziarono a prelevare giorno per giorno parte del raccolto d'oro fatto per i romani. Gli schiavi fusero poi l'oro prelevato per creare una statuetta a forma di cavallo. Tale statuetta sarebbe ancora nascosta in mezzo alle pietraie della Bessa.

Da qui, anche, il carattere per certi versi misterioso di quest'area a modo proprio unica.