La Canzone del Piave
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Canzone del Piave altrimenti nota come La Leggenda del Piave è una delle più celebri canzoni patriottiche italiane. Il brano fu scritto nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo pseudonimo di E.A. Mario).
[modifica] I fatti storici
I fatti storici che ispirarono l'autore risalgono al giugno del 1918 quando l'Austria-Ungheria decise di sferrare un grande attacco sul fronte italiano del Piave. Ciò consenti alla Landwehr (l'Esercito Imperiale Austriaco) di avvicinarsi alle località venete delle Grave di Papadopoli e del Montello. Ebbe così inizio l'eroica resistenza delle Forze Armate del Regno d'Italia che costrinsero gli austro-ungarici a ripiegare.
Tra il 2 e il 6 luglio del 1918, la 3a Armata del Regio Esercito Italiano occupò le zone tra il Piave vecchio ed il Piave nuovo. Durante lo svolgersi della battaglia, denominata Battaglia del Solstizio, perirono 84.600 militari italiani e 149.000 militari austro-ungarici.
In occasione dell'offensiva finale italiana (Battaglia di Vittorio Veneto), avvenuta nell'ottobre del 1918, il fronte del Piave fu nuovamente teatro di scontri tra l'Austria-Ungheria e l'Italia. Ormai l'imperial-regio esercito si era già disgregato e gli Italiani poterono tranquillamente sfondare le linee nemiche.
[modifica] Il Testo
Le quattro strofe hanno quattro specifici argomenti:
- la marcia dei soldati verso il fronte
- la ritirata di Caporetto
- la difesa del fronte sulle sponde del Piave
- l'attacco finale
La melodia è tuttora orchestrata da bande musicali istituzionali e non, specialmente in occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica.
Questi versi, densi di amor patrio, e la sua solenne, seppur a tratti mistificatoria, rievocazione storica, fecero sì che da più parti si levasse la richiesta di adottarlo come inno nazionale, cosa che avvenne dal 1946 al 1947, quando La Canzone del Piave fu l'inno nazionale non ufficiale della Repubblica Italiana. Com'è noto, la melodia fu sostituita in favore de Il Canto degli Italiani.
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera !
Muti passaron quella notte i fanti,
tacere bisognava e andare avanti.
S'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar de l'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero
il Piave mormorò: Non passa lo straniero !
Ma in una notte triste si parlò di un fosco evento
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento.
Ahi quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,
poiché il nemico irruppe a Caporetto.
Profughi ovunque dai lontani monti,
venivan a gremir tutti i suoi ponti.
S'udiva allor dalle violate sponde
sommesso e triste il mormorio dell'onde.
Come in un singhiozzo in quell'autunno nero
il Piave mormorò: Ritorna lo straniero !
E ritornò il nemico per l'orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame,
vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora !
No, disse il Piave, no, dissero i fanti,
mai più il nemico faccia un passo avanti !
Si vide il Piave rigonfiar le sponde
e come i fanti combattevan l'onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò: Indietro va, o straniero !
Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento
e la Vittoria sciolse l'ali al vento !
Fu sacro il patto antico e tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro e Battisti !
Infranse alfin l'italico valore
le forche e l'armi dell'Impiccatore.
Sicure l'Alpi, libere le sponde,
e tacque il Piave, si placaron l'onde.
Sul patrio suolo vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò nè oppressi, nè stranieri.
[modifica] Collegamenti esterni
- La Canzone del Piave eseguita dalla Banda Musicale dell'Esercito Italiano