La Wally
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La Wally | |
![]() Il Similaun |
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Lingua originale: | italiano |
Musica: | Alfredo Catalani |
Libretto: | Luigi Illica (libretto online) |
Fonti letterarie: | Die Geier-Wally (1875) di Wilhelmine von Hillern |
Atti: | quattro |
Epoca di composizione: | primavera 1889 - primavera 1891 |
Prima rappresentazione: | 20 gennaio 1892 |
Teatro: | Teatro alla Scala, Milano |
Personaggi:
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Autografo: | perduto |
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La Wally è un'opera lirica in quattro atti di Alfredo Catalani, su libretto di Luigi Illica.
La prima ebbe luogo al Teatro alla Scala il 20 gennaio 1892, sotto la direzione di un giovanissimo Arturo Toscanini, chiudendosi fra entusiastici applausi. Catalani, ormai prossimo alla morte, si era trascinato più volte in scena, tra "ovazioni interminabili". Il successo fu autentico, com'è dimostrato dalle ben 14 repliche alla Scala e dal fatto che nei mesi successivi l’opera fu ripresa in numerosi teatri europei. Fu in ogni modo Toscanini (che amava talmente Catalani da battezzare i figli Wally e Walter - altro personaggio dell’opera) l'artefice di una ripresa delle sue composizioni: nel 1905 infatti l’esecuzione toscaniniana de La Wally a Milano contribuì ad imporre Catalani come figura di spicco nel particolare momento di transizione del melodramma e della cultura italiani, che si stavano muovendo a grandi passi verso il realismo con Pietro Mascagni, Ruggero Leoncavallo e Giacomo Puccini.
L’opera, tratta da un mediocre romanzo d’appendice della baronessa Wilhelmine von Hillern, rivitalizzato da un libretto del fedele collaboratore di Catalani, Luigi Illica, è quindi ambientata nel vecchio Tirolo. Il testo della von Hillern avava colpito Catalani anche a causa di una scansione narrativa che gli avrebbe permesso di liberarsi e di liberare forse tutta l’opera italiana dai famosi “pezzi chiusi”, basati sul duetto e sul trio, a favore di un più ampio distendersi dal discorso musicale e drammatico. In ogni caso il Tirolo, la Svizzera, le Alpi, le foreste del Nord, popolati da gente semplice e istintiva, un po’ selvaggia, prode, generosa, dai costumi patriarcali, secondo certi stereotipi basati su Guglielmo Tell o Andreas Hofer, erano molto in voga alla fine dell’Ottocento in tutta Europa: il Tirolo e le sue montagne, in particolare, erano entrati anche a far parte del Grand Tour dei viaggiatori inglesi, francesi, americani. E una storia drammatica come quella de La Wally, sullo sfondo dei titanici ghiacciai del Similaun, aveva tutte le carte per imporsi a un pubblico internazionale, come poi, almeno in parte, accadde. La vicenda, partendo da Sölden, narra il violento e tormentato amore fra Wally, promessa dal padre al giovane Gellner, e lo spavaldo cacciatore Hagenbach. Ingelosita perché Hagenbach ha una nuova fidanzata, Afra, Wally cerca di farlo uccidere proditoriamente da Gellner. Ma Hagenbach non muore, lascia Afra e nel finale si ricongiunge alla selvaggia Wally giurandole eterno amore. In quel momento si stacca dall'alto della montagna una gigantesca valanga che travolge i due amanti e li uccide. La differenza fondamentale rispetto al testo della von Hillern riguarda proprio il finale, che rifiuta l’happy ending e ci precipita in piena tragedia.
Per preparare meglio l’opera e la sua messa in scena il compositore, al ritorno da Bayreuth dove aveva assistito al Parsifal di Wagner, si era recato nell’Ötztal con il suo costumista e scenografo, il pittore Adolf Hohenstein, per studiare abitudini, costumi e canzoni popolari della valle, che peraltro evitò poi di utilizzare pedissequamente.
[modifica] Organico orchestrale
La partitura di Catalani prevede l'utilizzo di:
- ottavino, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, clarinetto basso, 2 fagotti
- 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba
- timpani, grancassa e piatti, tamburo, triangolo, tam-tam, tamburello
- arpa
- archi
Da suonare internamente:
[modifica] Curiosità
Lo sfortunato musicista non avrebbe mai potuto immaginare che nel 2005 l'aria della sua opera più nota sarebbe stata utilizzata per esaltare la potenza di una marca di benzina, in uno spot in cui un focoso cavallo nero (simbolo della Ferrari) galoppa sulle onde del mare, né che della sua Ebben! Ne andrò lontana si sarebbe avvalso ripetutamente (come in Diva, di Jean-Jacques Beineix, nel 1980) il cinema, nato due anni dopo la morte del compositore.
[modifica] Discografia
- 1953 - Renata Tebaldi (Wally), Mario del Monaco (Hagenbach), Gian Giacomo Guelfi (Gellner), Renata Scotto (Walter), Jolanda Giardino (Afra); coro orchestra del Teatro alla Scala, direttore Carlo Maria Giulini (dal vivo)
- 1960 - Renata Tebaldi, Giacinto Prandelli, Dino Dondi, Pinuccia Perotti, Jolanda Gardino; coro e orchestra della RAI di Roma, Arturo Basile
- 1967 - Renata Tebaldi, Mario Del Monaco, Piero Cappuccilli, Lidia Marinpietri, Stefania Magalù; orchestra dell'Opera di Montecarlo, Fausto Cleva