La lettera rubata
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La lettera rubata (The Purloined Letter) è il terzo racconto poliziesco scritto da Edgar Allan Poe con protagonista il detective dilettante Auguste Dupin.
Questo racconto, scritto nel 1842, è un racconto breve, fulminante, ma perfetto nella sua costruzione letteraria, ed è fra i testi più utilizzati di Poe: ne hanno trattato in maniera approfondita Sigmund Freud, uno psicanalista sperimentale come Jacques Lacan e il celebre filosofo francese Jacques Derrida.
[modifica] Trama
Il racconto ha inizio in una fredda sera autunnale, nell’appartamento di Auguste Dupin. Con lui c’è il suo anonimo biografo, che racconta in prima persona i fatti accaduti. La tranquillità della serata viene interrotta dall’arrivo di Monsieur G., prefetto della polizia parigina, che chiede a Dupin di intervenire in un caso di difficile soluzione. Una lettera compromettente è stata rubata a una dama della famiglia reale: il prefetto e la polizia sanno chi è il colpevole e sono certi che la lettera sia ancora in suo possesso. Si sa, infatti, che il ladro è il ministro D., ma il problema è che i poliziotti non sono riusciti a scoprire il nascondiglio del documento e, quindi, non possono smascherare il responsabile del furto. La polizia e lo stesso prefetto hanno svolto numerose e accurate perquisizioni in casa del ministro, ma ogni ricerca è risultata vana.
Il prefetto G. è disperato: il tempo passa e la dama della casa reale a cui è stata sottratta la lettera è ricattata dal ministro D., che può permettersi di fare tutto ciò che vuole. Per questo motivo il prefetto si è recato da Dupin alla ricerca di aiuto per risolvere l’intricato caso. Dupin si fa descrivere la lettera rubata e poi suggerisce al prefetto di perquisire nuovamente l’abitazione del ladro; anche se ciò gli sembra inutile, il prefetto decide di seguire il suggerimento.
Trascorso un mese, il prefetto si ripresenta a Dupin annunciandogli che la polizia ha perso tempo e non ha ottenuto nulla, ma resta di sasso quando il giovane investigatore gli annuncia cha ha risolto il caso. Ricevuto un assegno di 50.000 franchi come ricompensa, Dupin prende dallo scrittoio una lettera e la consegna al prefetto, che gongolando letteralmente di gioia se ne va di corsa senza proferire nemmeno una parola.
Dupin racconta al suo amico come ha risolto il caso: sicuro del fatto che il modo migliore per nascondere una cosa è quello di lasciarla ben in evidenza, Dupin si è recato al palazzo del ministro dove scoprirà che questi non ha affatto nascosto la lettera, ma che, dopo averne debitamente alterato l’aspetto l’ha semplicemente riposta in un portacarte di cartapesta appeso sopra la cornice del camino, come se si trattasse di un inutile documento. Il giorno dopo è tornato nuovamente dal ministro e approfittando in un suo momento di distrazione ha potuto prendere la lettera per poi poterla consegnare al prefetto.
