Leonida
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Leonida o Leonide (Taranto, 330 a.C. circa, 260 a.C. circa) fu un poeta greco di scuola alessandrina.
Nacque nella allora capitale della Magna Grecia, e morì ad Alessandria d'Egitto in date poco certe, visto che della sua vita poco si conosce, se non quello che si può desumere dai suoi epigrammi, tra i più belli della poesia greca, ma che sono un po' più lunghi della media, e possono pertanto anche essere interpretati come brevi elegie. Essi, con toni realistici, trattano in prevalenza della miseria e dei personaggi più umili delle Poleis ellenistiche.
Di temperamento anticonformista e contestatore, Leonida disprezzò la frivolezza, la menzogna, il lusso: secondo il suo pensiero la felicità è nella tranquillità, e la tranquilità la si trova solo conducendo una vita modesta e solitaria. Visse quindi in misere dimore fra i campi o lungo la riva del mare, e condusse vita povera ed errabonda. Leonida, per esempio, così descrive la sua capanna:
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«Andatevene topi, da questa capanna
nutrire topi non può la misera dispensa di Leonida. Al vecchio basta avere il sale e due pani di farina grezza: fin dal tempo degli avi questo vitto lodammo.» |
Si legge in un suo celeberrimo epitaffio, scritto mentre era in esilio, presente ancora oggi nel Palazzo di Città di Taranto:
Ecco inoltre alcuni versi di Leonida, nei quali sotto il nome di Clitagora, esprime i suoi ultimi desideri:
Anche dopo la morte desiderò rimanere piccolo e nel contempo conoscere le pure gioie che offrono i campi.