Libanio
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Libanio (greco: Λιβάνιος, Libanios; c. 314-c. 394) fu un insegnante di retorica ellenofono vissuto durante il tardo impero romano, educato secondo la scuola sofistica in un impero che stava diventando cristiano.
Nato da una famiglia che in altri tempi ea stata ricca ed influente di Antiochia recentemente decaduta. All'età di 14 anni, Libanio scopri la retorica e concentrò tutte le sue energie nello studio, a cui dedicherà tuta la sua vita. Come molti altri rappresentanti del paganesimo che potevano contare su un alto grado d'istruzione nel IV secolo, Libanio si ritirò dalla vita pubblica e si dedicò agli studi e all'insegnamento.
Studiò, come la maggior parte degli aristocratici romani, ad Atene poi iniziò una carriera di precettore a Constantinopoli ma fu presto esilito a Nicomedia.
Prima del suo esilio, Libanio fu amico dell'imperatore Giuliano, con il quale sono sopravvissute alcune epistole, e fece uso delle sue doti retoriche come difensore nelle cause politiche e private del sovrano. Fra i suoi pupilli si annoverano: Giovanni Crisostomo, Basilio di Cesarea, e lo storico Ammiano Marcellino. Libanio fornì ricche testimonianze sul fanatismo del tardo IV secolo. La sua prima orazione è una estesa e colorita autobiografia dove egli rivisita tutto il corso della sua esistenza, risultando così un esteso rendiconto che termine con le considerazioni sul suo esilio.
Nel 354, Libanio accettò la carica di retorica ad Antiochia, dove rimase fino alla sua morte. Sebbene di fede pagana, i suoi studenti annoveravano credenti della religione cristiana come Giovanni Crisostomo e Teodoro di Mopsuestia. Fu amico dell'imperatore pagano Giuliano l'apostata ma fu anche pretore onorario per l'imperatore cristiano Teodosio I.
[modifica] Le opere
Libanio fu autore di 64 orazioni nei tre campi principali dell'arte oratoria: giudiziale, deliberativa, ed epideitca, e furono sia di carattere pubblico che privato. I due volumi nella Biblioteca Classica Loeb sono dedicati uno alle orazioni per l'imperatore Giuliano e l'altro a quelle per l'imperatore Teodosio; la più famosa delle sue "Lamentazioni" è quella sulla dissacrazione dei templi (peri ton leron).
