Louis Marchand
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Louis Marchand (Lione, 2 febbraio 1669 – Parigi, 17 febbraio 1732) è stato un organista e compositore francese.
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[modifica] La vita
Cavaliere dell'ordine di Saint Michel, organista del re a Versailles e di più chiese a Parigi, nacque a Lione nel 1669[1]. Giovane, privo di qualsivoglia risorsa e senza alcuna raccomandazione, ma già molto abile nella sua arte, si recò a Parigi. Il caso lo condusse alla chiesa dei gesuiti nel momento in cui si attendeva l'organista. Pervenne lì, con le sue richieste, ad ottenere l'accesso allo strumento e vi mostrò una abilità rara per la sua età. Avendo questa circostanza determinato i padri ad ammetterlo al collegio ed a fornirlo di tutto ciò di cui aveva bisogno, Marchand approfittò di questa occasione e si applicò con tanto zelo allo studio della musica, che gli vennero offerti tutti i posti di organista allora vacanti. C'erano periodi in cui ne ricopriva anche cinque o sei alla volta. Il suo carattere capriccioso e bizzarro, tuttavia, fu la causa che lo portò a veder danneggiata non solo la sua fortuna, ma la sua stessa reputazione, tanto da venire esiliato dalla Francia nel 1717.
Obbligato a lasciare la sua patria, si recò a Dresda, dove si accattivò i favori del re di Polonia, al punto che gli offrì un posto di organista con un tratatmento di parecchie migliaia di scudi. Ciò nonostante, Volumier, allora maestro di concerto a questa corte, conoscendo il carattere bizzarro di Marchand, sia per propria esperienza, che attraverso i rapporti dei suoi compatrioti, desiderava umiliarlo, o, piuttosto, allontanarlo dalla corte. Conoscendo il talento straordinario di Bach, allora organista di corte a Weimar, lo invitò a venire a Dresda allo scopo di disputare la palma a Marchand.
Bach vi si recò e ottenne l'assenso del re ad assistere al concerto all'insaputa di Marchand. Dopo che quest'ultimo si fu esibito in un'arietta francese ed essere stato molto applaudito, tanto per via delle variazioni che vi aveva fatto, che per la vivacità e la nettezza della sua esecuzione, Volumier invitò Bach a prodursi anch'egli sul clavicembalo. Dopo essersi seduto allo strumento, Bach, dopo un preludio molto breve, riprese il tema dell'aria che Marchand aveva appena eseguito e lo ripeté non solo tutto intero con le variazioni che egli vi aveva apportato, ma fece anche 12 variazioni nuove, più difficili e più brillanti di quelle del suo rivale. Non contento del suo trionfo, Bach presentò a Marchand un tema che aveva annotato a penna e lo invitò a una lotta sull'organo, ma Marchand non volle rischiare una disfatta completa e si allontanò da Dresda pieno d'odio, anche prima del giorno fissato. Tale perlomeno è il racconto degli autori tedeschi, racconto che il talento di Bach e il carattere scontroso di Marchand, rendono molto verosimile.
Di ritorno a Parigi, la sua reputazione vi divenne così straordinaria, che era necessario aver preso, per qualche mese, lezoni da lui se si voleva essere considerati degli uomini di buon gusto. Il gran numero dei suoi allievi, in tutti i quartieri di questa città, gli diede l'idea di prendere venti alloggi allo stesso tempo, ciascuno in un differente quartiere che abitava per un mese o più, secondo il suo capriccio. Prendendo allievi tra i giovani del vicinato e chiedendo un luigi d'oro per ciascuna lezione. Sebbene i suoi guadagni ammontassero così pressappoco a 10 luigi al giorno, non erano tuttavia sufficienti alle spese che faceva e che continuò a fare anche quando le sue entrate dimunuirono, di modo che, quando morì, nel 1732, era nella miseria più assoluta.
[modifica] Considerazioni sull'artista
È ben provato che il maggior merito di Marchand, come quello di tutti gli organisti francesi, era nell'esecuzione più che nella composizione. Quel che resta di lui, come per Couperin, Daquin, ecc... è veramente molto mediocre ed è fare una grande ingiuria all'arte, mettere queste opere al pari di quelle di Bach o degli altri organisti tedeschi. Marchand poteva avere una esecuzione brillante, ma le sue idee sono triviali, la sua armonia povera e scorretta, non aveva d'altronde che nozioni molto incomplete di stile fugato, senza di cui non si potrebbero ottenere grandi effetti dell'organo. Si legge, nell'informe compilazione di La Borde (Essai sur la musique, tome III, p. 450)
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«Il celebre Rameau suo amico (di Marchand) e suo più pericoloso rivale, ci ha detto più volte che il più grande piacere che abbia mai avuto in vita sua, era quello di sentire Marchand che nessuno poteva essergli comparato per la maniera della fuga e che egli non aveva mai potuto capacitarsi di una simile facilità nel suonare a mente improvvisando »
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(La Borde, (Essai sur la musique, tome III, p. 450) )
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Questo giudizio di un così grande musicista potrebbe destare molto stupore se non sapessimo che Rameau non aveva mai ascoltato un organista tedesco o italiano, che non conosceva nulla delle loro opere e che la vera fuga non era mai esistita nella musica francese. Tutto ciò che è pervenuto del XVIII secolo, in questo genere, nelle produzioni degli organisti e clavicembalisti francesi, è a dir poco pietoso.
[modifica] Opere
Si hanno di Marchand:
- 2 libri di pezzi per clavicembalo pubblicati da Ballard (1699 e 1703)
- 1 libro di 14 pezzi per clavicembalo manoscritti (scoperti nel 2003)
- 1 libro di composizioni per organo
- Poche composizioni vocali
- La musica di un'opera intitolata Pyrame et Tisbe, mai rappresentata
[modifica] Altri progetti
Commons contiene file multimediali su Louis Marchand
[modifica] Note
- ↑ Papillon (Bibliothèque des auteurs de la Bourgogne), che dà a Marchand il nome di Jean-Luis, lo fa nascere ad Auxonne, ma è in errore; ha confuso questo organista con Jean-Louis Marchand, figlio di Pierre Marchand, organista ad Auxonne, nato il 10 ottobre 1679. Si veda l'atto di nascita dell'uno e dell'altro musicista in una lettera di Amanton a Chardon de la Rochette, inserita nel Magazine Encyclopèdique, 1812, tome IV, p. 311. anche La Borde chiama Marchand Jean-Louis, (Essai sur la musique, tome II, p.449), lo stesso fanno Gerber nei suoi due lessici e i suoi seguaci.