Massaggio
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Come e perché funziona Lo scopo del massaggio cinese è principalmente quello di stimolare il riequilibrio funzionale dell’organismo, rafforzare le difese organiche, stimolare la circolazione del Qi (che seppur in modo molto riduttivo possiamo tradurre con energia, a tal proposito vedere [1] ) e del Xue (concetto in medicina cinese richiama quello del sangue in medicina occidentale pur essendone molto diverso). E’ indicato perciò per regolarizzare l’energia nei meridiani o canali energetici, migliorare la funzionalità delle articolazioni, rilassare i muscoli. La cornice concettuale all’interno della quale si inquadra il tuina è quella dalla medicina cinese e quindi di una visione energetica del corpo e della sua fisiologia. In questo ambito è possibile intervenire per mantenere o ripristinare la salute attraverso la stimolazione di zone del corpo, di linee e di punti (gli stessi dell’agopuntura) che servono a regolare la circolazione del Qi e del Xue, o ad espellere quelli che in MTC vengono chiamati Fattori Patogeni. Ad eccezione di alcune rare controindicazioni è indicato a tutti; è efficace nelle disarmonie muscolo-scheletriche, nello stress e nei disturbi ad esso collegati, in ausilio ad altre terapie come l’agopuntura per risolvere situazioni cliniche anche molto complesse a carico dell’apparato locomotore e degli organi interni. Viene applicato anche in ambito pediatrico dove riscontra un ottimo apprezzamento da parte dei piccoli, con dei risultati molto buoni. Il panorama legislativo In Cina il tuina è praticato insieme all’agopuntura negli ospedali. Generalmente i trattamenti sono abbastanza brevi (circa 25-30 minuti) e quotidiani, con dei cicli di 10 sedute. Il massaggio che spesso si vede eseguire in strada generalmente non è tuina e spesso viene chiamato anmo. In Italia, vista l’attuale restrittiva situazione legislativa, l’uso del tuina è fortemente subordinato alla formazione dell’operatore. Alcuni medici che hanno avuto modo di studiare agopuntura conoscono il tuina e spesso lo praticano, ovviamente senza nessuna restrizione; molti fisioterapisti si sono avvicinati al tuina e ne apprezzano le tecniche ed i risultati e riescono ad utilizzare pienamente questa tecnica nel loro lavoro, anche se molto spesso ne integrano pienamente solo la manualità; un numero sempre maggiore di appassionati di cultura e medicina cinese frequentano corsi (in genere biennali o triennali) di tuina ma devono limitare la loro pratica alle persone sane e non a scopo terapeutico per via dei limiti imposti dalla nostra legislazione, a cominciare dall’abuso della professione medica (art.348 del codice penale, a tale proposito si può leggere l’articolo su [2] ). Non è così in altri stati in Europa (ulteriori informazioni sul sito dell’Associazione professionale di operatori tuina OTTO http://www.ottoitalia.org e [3] in cui la pratica è libera.) Le tecniche del tuina Il tuina mette a disposizione dell’operatore un numero incredibile di strumenti per la sua pratica. In primo luogo ci sono le “manovre” (Fa in cinese). Con manovre (o tecniche) si intendono diversi modi per utilizzare le mani allo scopo di adattarsi alle diverse zone del corpo e per meglio intervenire sulla persona, perché molte tecniche lavorano specificatamente su punti, altre lungo delle linee, altre su specifici distretti corporei e così via. In un corso base di tuina si studiano circa 30-40 manovre, ma le manovre esistenti sono molte di più, anche se in un trattamento in genere si utilizzano circa 8-10 manovre diverse (il numero è ovviamente indicativo) che vengono scelte in base alla valutazione energetica effettuata, rendendo così ogni trattamento totalmente individuale. Ogni manovra ha infatti una sua specifica azione e delle particolari indicazioni (in senso di energetica cinese) e anche delle modalità di esecuzione diverse. (Per approfondire la conoscenza delle manovre e della loro azione o per vedere i video delle stesse [4] ) La seconda categoria di manovre sono le mobilizzazioni (Yao in cinese) che consistono nel far compiere all’utente dei movimenti passivi, per lo più circolari, delle articolazioni. Anche le yao sono in grande numero, perché esistono diverse mobilizzazioni per ogni articolazione. Molto importante anche la categoria delle tecniche ausiliarie che coadiuvano il lavoro dell’operatore. In particolare la moxa (lana di artemisia vulgaris arrotolata a sigaro o meno) che per la sua capacità di indurre un riscaldamento molto forte viene utilizzata per scaldare alcuni punti o zone. Le coppette, vasetti in genere in vetro o bamboo (recentemente anche in plastica) che vengono applicati su alcuni punti o zone tramite una particolare tecnica che, creando il vuoto all’interno della coppetta stessa, ha un effetto di “risucchio” sulla superficie cutanea. Il martelletto, sia quelli detti a “fior di pruno” che quelli più recenti in gomma consentono di percuotere ritmicamente dei punti, zone o linee, i primi dando una forte stimolazione cutanea grazie a degli aghi posti sulla testa dello stesso, i secondi, che hanno la testa in gomma, hanno invece un effetto di percussione data dalla particolare tecnica che lega il ritmo alla vibrazione. Nella pratica ospedaliera in Cina si utilizzano molto spesso delle lampade ad infrarossi per il loro effetto scaldante e cerotti medicati su ricette di farmacologia cinese da applicare. Tali cerotti hanno ormai quasi sostituito la tecnica delle compresse calde che consisteva nell’applicare sulle parti da curare delle garze imbevute in infusi caldi di erbe selezionate. Un altra tecnica accessoria (utilizzata soprattutto in Cina) è il Gua Sha. Il suo uso consiste nell’utilizzare un apposito strumento, che spesso è una specie di spatolina in osso o in plastica, per strofinare ripetutamente e unidirezionalmente una zona del corpo -. Il qi gong per operatori di tuina La pratica del qigong (letteralmente lavoro sul Qi) è uno strumento che generalmente sostiene la pratica dell’operatore sia nel mantenimento della sua salute che come pratica da insegnare ai suoi utenti allo scopo di favorire il loro benessere.