May I Refuse
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Emorock alla fiorentina. I May I Refuse sono la risposta italiana all'ondata emo americana e inglese: quartetto dalla lunga esperienza (sono in giro dal 1999, praticamente da quando i suoi membri sono poco più dei ragazzini) ma dai pochi e distillati album (anche a causa di un brutto inciampo con una label) i May I Refuse giungono solo nel 2007 a pubblicare il loro secondo lavoro in studio. Tutto inizia a Firenze, alla fine degli anni Novanta: Leopoldo Giachetti (chitarra, piano, voce), Lapo Scacciati (basso) e Lorenzo Taviani (batteria) con Giovanni Martino ora sostituito da Davide Barberis (chitarra, voce), cominciano a suonare esattamente come centinaia di altre band di ragazzini nella penisola. Qualche cover, peraltro venuta decisamente male per loro stessa ammissione e poi un demo come "Old Fashioned" che permette loro di agganciare la Dufresne Records: i MIR crescono alla velocità della luce e la Dufresne decide allora di fare uno sforzo e produrre il loro primo album "Everything Stops Her Breathe": melodia e hardcore made in USA, intimismo introspettivo e ritmo, passione e abilità tecnica. I paragoni si spendono (Get Up Kids, Jimmy Eat World, Elliott, Promise Ring, Last Days Of April) e il disco è davvero intenso ed emotivo. Tutto sembra procedere per il meglio: un piccolo tour in Germania e Olanda, qualche data condivisa con Garrison ed Elliot e uno split album con i loro amici e mentori Mrs.Fletcher. Tre pezzi a testa, accolti con fragore dalla stampa attenta alla produzione indie, e la richiesta di partecipare anche a un sampler per il magazine Rocksound. I MIR sembrano sulla rampa di lancio, ma la fregatura è dietro l'angolo: truffati da un'etichetta quando hanno tra le mani il loro secondo lavoro, passano un 2005 praticamente inoperoso e silenzioso, nel corso del quale Giovanni molla il colpo per ragioni personali. Ci vuole la Blackcandy Records per riportarli in sala di registrazione: alla chitarra arriva Davide, i quattro si chiudono nell’Alpha Dept. Studio di Bologna (Julies Haircut, Giardini di Mirò, Yuppie Flu, Moltheni tra le band che ci sono passate) e alla fine del 2006 ecco pronto "Weather Reports": un disco più maturo, e non solo per l'anagrafe ma anche per i casi della vita, meno marcatamente emo eppure pieno di passione e sentimenti, e poi una capacità di costruire i pezzi sul genere dei Coldplay di "Parachutes" che non è stata impolverata dall'orribile 2005.