Menade danzante
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Menade danzante è la statua più celebre di Skopas (risalente al 330 a.C.), che rappresenta una delle fanciulle seguaci del dio Dioniso che ne celebravano il culto con cerimonie orgiastiche e danze forsennate al suono di flauti e tamburelli, al culmine delle quali aveva luogo il sacrificio di un capretto o di un capriolo, dilaniato a colpi di coltello e divorato crudo nel momento del parossismo estatico. La Menade, nota purtroppo solo da una copia romana di piccole dimensioni (alta 45 cm) e molto rovinata, era considerata dagli antichi la figura più spaventosamenta vitale e dinamica mai concepita da un artista greco. L'agitazione che pervade tutta la figura viene resa dall'impetuosa torsione che, dalla gamba sinistra, passa per il busto e il collo sino alla testa, gettata all'indietro e girata, a seguire lo sguardo, verso sinistra; il volto è pieno, bocca naso e occhi sono ravvicinati, queti ultimi schiacciati contro le forti arcate orbitali per conferire maggiore intensità all'espressione. Il totale abbandonarsi del corpo alla passione è sottolineato anche dalla massa scomposta dei capelli, dall'arioso movimento del chitone che,stretto da una cintura appena sopra la vita, si spalanca nel vortice della danza, lasciandol scoperto il fianco sinistro, e dal forte contrasto chiaroscurale tra panneggi e capigliatura da una parte e superfici nude dall'altra. Le braccia, andate perdute nella piccola replica di Dresda, dovevano seguire la generale torsione del corpo:il braccio sinistro, sollevato, stringeva contro la spalla un capretto; il destro era teso all'indietro e la mano impugnava un coltello.