Metodo di Hartree-Fock
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Il metodo Hartree-Fock, abbreviato (HF), è un metodo utilizzato in chimica computazionale per simulare sistemi chimici, con lo scopo di calcolarne le grandezze fisiche caratteristiche e prevederne le proprietà chimiche. Sostanzialmente si sfrutta l'approssimazione, valevole nel caso di fermioni, quali sono gli elettroni, che N funzioni d'onda associate al sistema oggetto di studio siano approssimabili tramite un singolo determinante di Slater. Fu elaborato in modo indipendente da Douglas Hartree e Vladimir Fock tra la fine del 1920 e i primi anni '30.
Con esso le caratteristiche molecolari vengono descritte non per mezzo di una modellazione della molecola basata sulla elettrostatica e sulla meccanica classica, ma in termini quantomeccanici risolvendo direttamente l'equazione di Schrödinger per l'oggetto in esame (metodo ab initio), senza ricorerrere a semplificazioni dovute a parametri ottenuti sperimentalmente.
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[modifica] Energia di un determinante di Slater
Se il sistema contiene N elettroni, e (con i variabile da 1 a N) sono gli spin-orbitali, l'energia di un determinante di Slater risulta:
Dove VNN è l'energia nucleare che, nell'ambito dell'approssimazione di Born-Oppenheimer, non dipende dalle coordinate elettroniche; è l'hamiltoniano monoelettronico, che comprende i contributi dovuti all'energia cinetica degli elettroni e all'energia potenziale di attrazione tra elettroni e nuclei:
Dove sono state utilizzate le unità atomiche ed è stato indicato con M il numero dei nuclei, con Zα la carica del nucleo α, la cui posizione è definita dal vettore . Abbiamo invece utilizzato la notazione
per indicare gli integrali bielettronici, che descrivono l'attrazione tra coppie di elettroni:
dove σz e σz' sono le coordinate di spin.
Risulta:
Per questo motivo, nella doppia sommatoria sugli integrali bielettronici si può porre anziché j > i e dividere per 2. In realtà, poiché se gli indici i e j sono uguali il primo integrale è esattamente cancellato dal secondo, si può quindi togliere anche quest'ultima condizione e scrivere:
È possibile osservare come una trasformazione unitaria che combina gli spin-orbitali da 1 a N tra di loro lascia inalterata l'energia. Infatti, se definiamo una nuova base di spin-orbitali nel modo seguente:
dove risulta:
L'energia di un determinante di Slater ottenuto con questa base trasformata, che indichiamo con E', sarà:
Poiché risulta:
dove è la matrice identica, si ottiene:
Come si può osservare, la trasformazione non ha effetto sul valore di aspettazione dell'energia.
[modifica] Equazione di Fock
Il metodo di Hartree-Fock consiste nel trovare la base di spin-orbitali {φi} tale che il determinante di Slater costruito con tale base abbia la minima energia, in accordo con il teorema variazionale. L'energia E, pertanto, deve essere stazionaria rispetto a variazioni infinitesime delle funzioni d'onda {φi}, con il vincolo che gli spin-orbitali siano ortonormali tra di loro. Si tratta pertanto di un problema di ottimizzazione vincolata, che può essere risolto con il metodo dei moltiplicatori indeterminati di Lagrange. Se è il funzionale che dobbiamo minimizzare, con il vincolo seguente:
Possiamo definire il funzionale lagrangiano nel modo seguente:
Gli spin-orbitali devono pertanto soddisfare l'equazione:
Dove risulta:
In questa espressione notiamo che L è esprimibile come la somma di due contributi, di cui l'uno è il complesso coniugato dell'altro. Per cui se la derivata funzionale rispetto ad una funzione φk di uno di questi due termini è zero, lo sarà anche dell'altro, e l'equazione di Lagrange diventa:
Sfruttando le proprietà degli integrali bielettronici otteniamo:
Introducendo l'operatore coulombiano e l'operatore di scambio
:
Per cui:
Ponendo:
dove è l'operatore di Fock, si ottiene:
La matrice λ dei moltiplicatori di Lagrange è hermitiana, e perciò può essere diagonalizzata da una trasformazione unitaria tra gli spin-orbitali con indice da 1 a k. Poiché una tale trasformazione non ha effetto sull'energia, se indichiamo con la nuova base così ottenuta, si ottiene:
Dove gli spin-orbitali sono detti spin-orbitali canonici, mentre εk sono le loro energie. Questa equazione agli autovalori è nota come equazione di Fock; si osservi che gli operatori
e
, e quindi
, dipendono dalla base di orbitali che vogliamo determinare, perciò il sistema viene risolto in modo iterativo: si parte da una base di spin-orbitali di prova, si costruisce l'operatore di Fock e si determinano autovalori e autofunzioni, tramite le quali si costruisce un nuovo operatore di Fock e così via. L'intero procedimeno viene ripetuto fino ad arrivare alla convergenza.
Il metodo di Hartree-Fock è il più vecchio dei metodi di calcolo ab initio, ed anche il più facile da un punto di vista computazionale. Esso è in grado di calcolare il circa dell'energia di una molecola, ma il problema è che le energie coinvolte nelle reazioni chimiche equivalgono spesso a meno dell'1% dell'energia totale, per cui in molti casi il metodo HF è inadeguato per un calcolo affidabile di proprietà molecolari di interesse; è comunque usato come riferimento per calcoli più accurati. In pratica esso suppone che gli elettroni siano delocalizzati in "nubi" nello spazio, e che l'energia sia data dall'interazione del campo creato da queste nubi elettroniche tra loro e con i nuclei, per cui la funzione d'onda totale risulta esprimibile come un prodotto di funzioni monoelettroniche a cui viene però imposto il requisito di antisimmetria, per cui si ottiene un determinante di Slater. Si osservi che la funzione d'onda ottenuta con il metodo HF non è un'autofunzione di
, e l'energia totale non è una somma delle energie degli orbitali, ma si ha:
La metodica Hartree-Fock descritta è la generale valida per sistemi atomici o molecolari in cui tutti gli orbitali sono occupati da due elettroni appaiati (closed-shell). I sistemi che contengono elettroni spaiati possono essere studiati ricorrendo a due metodiche che rappresentano delle varianti della Hartree-Fock: questi sono l'Hartree-Fock Open-Shell ristretto (ROHF), in cui la matrice di Fock non è unica e per canonicalizzazione si ottengono differenti orbitali di differente energia ma con medesime funzione d'onda ed energia totali, e l'Hartree-Fock non ristretto (UHF) che piuttosto che utilizzare un singolo orbitale nel determinante di Slater, ne utilizza differenti per ogni differente spin elettronico.