Monti Lucretili
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Monti Lucretili | |
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Paese/i: | ![]() |
Regione/i: | ![]() |
Provincia/e: | Roma, Rieti |
Località: | Licenza (RM), Marcellina, Monteflavio, Montorio Romano, Moricone, Orvinio, Palombara Sabina, Percile, Poggio Moiano, Roccagiovine, San Polo dei Cavalieri, Scandriglia, Vicovaro |
Altezza: | 415 m s.l.m. |
Catena: | Monti Sabini |
Coordinate: | 42°6'0"Nord; 12°52'0"Est |
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I Monti Lucretili rappresentano la propaggine più meridionale dei Monti Sabini. La catena dei Lucretili, nota anche come "Gruppo del Monte Gennaro", ha come vetta più alta il Monte Pellecchia (m.1368).
Indice |
[modifica] Descrizione
I Monti Lucretili insieme ai piu’ meridionali Monti Tiburtini e Prenestini, sono la parte piu’ avanzata dell'Appennino verso il bassopiano tirrenico. I Lucretili costituiscono il sottogruppo meridionale dei Monti Sabini.
Essi sono delimitati:
- a Nord dalla valle del Torrente Corese, fino a Scandriglia;
- a Nord Est dalla valle del fiume Turano e dalla pianura reatina;
- a Est dalla valle del torrente Licenza fino a Vicovaro;
- a Sud dalla Valle dell'Aniene;
- a Ovest dalla Valle del Tevere.
Le pricipali cime che li compongono sono:
Monte Pellecchia | m. 1368 |
Monte Gennaro | m. 1271 |
Cima Casarene | m. 1191 |
Monte La Guardia | m. 1185 |
Monte Follettoso | m. 1040 |
Monte Morra | m. 1036 |
Cimata delle Serre | m. 1007 |
Da notare che il Monte Pellecchia e la Cimata delle Serre segnano il confine tra la Provincia di Roma e la Provincia di Rieti.
Il Monte Pellecchia, che domina la valle del torrente Licenza, affluente di destra dell'Aniene, è la cima piu’ alta dei Lucretili e di tutti i Monti Sabini. Il Monte Gennaro (detto Pizzo di Monte Gennaro o Monte Zappi) domina la campagna romana e costituisce la massima elevazione nei dintorni di Roma. I Lucretili comprendono inoltre la dorsale del Monte Serrapopolo e altri rilievi minori situati tra i comuni di Scandriglia, Nerola, Montorio Romano e Moricone.
All'estremo sud e sud-est i Lucretili degradano verso la valle dell'Aniene attraverso tre distinte superfici poste rispettivamente intorno a: 800-1000 m. (Monte Arcaro e Monte Morra), 600 m. (Colle Lecinone-Colle Piano-Colle Lucco), 350m. - 450m. (Monte Catillo-Colle Vescovo).
La parte nord-occidentale del massiccio fa parte del bacino idrografico del Tevere mentre quella sud-orientale fa parte del bacino dell'Aniene.
I Monti Lucretili danno il nome al parco Parco regionale naturale dei Monti Lucretili, di cui costituiscono il nucleo.
[modifica] Geologia
I Lucretili sono formati da rocce carbonatiche con calcari, calcari marnosi e marne di età mesozoica e cenozoica.
La formazione dei Monti Lucretili inizia circa 200 milioni di anni fa. In quel periodo corrispondente al Triassico e Giurassico, in un mare poco profondo si sono accumulati depositi di calcare quasi puro (Calcare Massiccio) e ricco di resti fossili di vita animale. Durante il periodo successivo (Cretacico) e per tutta la prima metà dell' Era Terziaria, si sono depositati ulteriori sedimenti più ricchi di silice e con resti di invertebrati (foramiferi, ammoniti, ecc.).
Circa 10 milioni di anni fa, nel Miocene superiore, forze orgogenetiche hanno sollevato dal Mar Tirreno e rovesciato verso oriente sui sedimenti più recenti gli ammassi calcarei che costituiscono l'elemento dominante dei Monti Lucretili.
La morfologia, condizionata dalla natura del substrato, si presenta ad occidente con rilievi più aspri e con diffusi fenomeni di carsismo come campi carreggiati, doline, cavità (es. la Buca del Diavolo sul Colle di Mezzo con fuoriuscita di correnti aeree) e notevoli esempi di piani carsici (Pratone, Campitello, Prato Favale ecc.).
La porosità di queste rocce consente la penetrazione delle acque piovane in profondità per poi alimentare più a valle soprattutto le sorgenti di Bagni di Tivoli e di Cretone, di notevole interesse termale perchè arricchite da emanazioni sulfuree dovute all' attività residuale del Vulcano Laziale. Ad oriente, su marne e calcari marnosi meno rigidi, la morfologia è più dolce e l' alternarsi di strati più o meno imprmeabili rende possibile l' affioramento di numerose vene d' acqua potabile (Fonte Malatesta, Capodacqua, Campitello, San Chirico ecc.) alcune di notevole portata come la sorgente delle Capore presso Montorio Romano.
[modifica] Flora
La vegetazione attualmente presente sui Monti Lucretili e’ il risultato di una serie di eventi umani che hanno terminato un sostanziale mutamento delle condizioni originarie
Le attivita di sfruttamento del suolo sono iniziate gia’ in epoche piuttosto remote, forse nell’età del Ferro, ma è tuttavia in età romana che il territorio viene pesantemente interessato da attività agricole e pastorali. In epoche successive si e’ assistito ad altri fenomeni quali ad esempio la produzione di carbone che si sviluppò dopo il 1850 determinando l'aspetto a "macchia" di molte coperture forestali, ovvero la ricolonizzazione degli ambienti adibiti a colture e pascolo a seguito dello spopolamento delle zone montane.
Naturalmente, oltre ai fattori umani, gli altri fattori naturali quali la configurazione del territorio, la relativa vicinanza del litorale e i fattori altimetrici, determinando adattamenti, mutazioni, incroci, hanno fatto si che si instaurassero nella zona associazioni vegetali assai differenziate.
Il risultato finale e quindi quello di uno sviluppo di vegetazione mediterranea di provenienza tirrenica in associazione con specie di origine centroeuropea e balcanico-orientale che rappresentano il principale aspetto di interesse botanico dei Lucretili.
Nella zona sud-occidentale presso Palombara Sabina e Marcellina troviamo la macchia mediterranea costituita da leccio (Quercus ilex) , orniello (Fraxinus ornus) e roverella (Quercus pubescens) con arbusti di Fillirea (Phillyrea latifolia), mirto (Myrtus communis), lentisco (Pistacia lentiscus), cisto (Cistus salvifolius), terebinto (Pistacia terebinthus), insieme alle altre piante tipiche dei Lucretili quali lo storace (Styrax officinale), l'albero di Giuda (Cercis siliquastrum) e il carpino (Carpinus orientalis) originario dell’europa orientale.
Sulle pendici del versante occidentale del Monte Gennaro e di Monte Matano si trovano foreste composte essenzialmente da leccio, piu in alto troviamo estese faggete di Fagus sylvatica che, sul Monte Gennaro, raggiungono notevole dimensioni.
Nelle zone più interne prevalgono le faggete all’interno delle quali si sono sviluppati esemplari di acero (Acer pseudoplatanus e Acer obtusatum) che in alcuni casi raggiungono enormi dimensioni.
[modifica] Fauna
Le attivita umane, come hanno condizionato lo sviluppo della flora, analogamente hanno avuto un ruolo importante per la definzione della popolazione faunistica. Cio’ nonostante l’area conserva ancora molte specie di grande interesse. Fra queste occorre citare l’aquila reale, la cui presenza e’ accertata sulle pareti sud - orientali del Monte Pellecchia che costituisce al momento il sito di nidificazione più vicino a Roma.
[modifica] Mammiferi
- volpe (Vulpes vulpes) e’ il carnivoro piu diffuso nella zona,
- lupo (Canis lupus) presenza rara,
- istrice (Hystrix cristata) nelle valli fluviali e zone montane fino a mille metri,
- tasso (Meles meles), segnalato nell'area di Castiglione (Palombara Sabina),
- lepre (Lepus europaeus) principalmente nelle aree a margine delle zone coltivate,
- scoiattolo (Sciurus vulgaris meridionalis) nelle faggete e nell'area rimboschita vicino a Monteflavio,
- faina (Martes foina) e donnola (Mustela nivalis) in tutti gli ambienti,
- martora (Martes martes) nel settore orientale del Parco
- puzzola (Mustela putorius) presenza rara,
- ghiro (Myoxus glis),
- riccio (Erinaceus europaeus) nelle aree a macchia e querceto,
- cinghiale (Sus scrofa), in espansione a seguito dei rilasci operati a scopo venatorio con esemplari di grossa taglia di provenienza dall’Euoropa dell’est.
[modifica] Uccelli
- Nelle zone piu basse ai margini delle coltivazioni, nella macchia mediterranea e nei querceti:
- verdone (Carduelis chloris),
- cardellino (Carduelis carduelis),
- fringuello (Fringilla coelebs),
- cinciallegra (Parus coeruleus),
- usignolo (Luscinia megarhynchos)
- rigogolo (Oriolus oriolus),
- re di quaglie (Crex crex),
- quaglia (Coturnix coturnix).
- Nella macchia mediterranea
- sterpazzola (Sylva communis),
- occhiocotto (Sylvia melanocephala).
- Nelle faggete
- frosone (Coccothraustes coccothraustes),
- picchio muratore (Sitta europaea),
- picchio rosso maggiore (Dendrocopos major)
- cuculo (Cuculus canorus).
- Nelle zone piu alte dei monti Gennaro, Morra e Pellecchia
- coturnice (Alaectoris graeca), rara,
- sparviero (Accipiter nisus),
- poiana (Buteo buteo),
- falco pellegrino (Falco peregrinus), raro
- pecchiaiolo (Pernis apivorus).
- gheppio (Falco tinnunculus)
- aquila reale (Aquila chrysaetos) nidificante sulle pareti di Sud-Est del Pellecchia.
- Diffusi su tutte le zone
- gufo comune (Asio otus),
- assiolo (Otus scops),
- barbagianni (Tyto alba),
- civetta (Athene noctua),
- allocco (Strix aluco).
[modifica] Anfibi
- salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), nei fontanili e in alcuni fossi del settore settentrionale,
- tritone crestato italiano (Triturus carnifex) nei laghetti intornoi a Percile e nei fossi a quote elevate,
- tritone punteggiato meridionale (Triturus vulgaris meridionalis)
- rana italica (Rana italica) nei fontanili con acque correnti e limpide,
- rana verde (Rana esculenta)
- rospo comune (Bufo bufo spinosus)
- raganella (Hyla intermedia).
- ululone appenninico (Bombina pachypus), raro.
[modifica] Rettili
- testuggine comune (Testudo hermanni), rara, protetta da una legge regionale e nazionale,
- orbettino (Anguis fragilis), raro
- cervone (Elaphe quatuorlineata) nelle aree più asciutte
- vipera comune (Vipera aspis francisciredi) nelle aree di passaggio tra bosco e radure e sulle zone alte con rupi,
- biacco (Hyeroplis viridiflafus viridiflafus)
- saettone (Elaphe longissima)
- biscia (Natrix natrix helvetica) nei laghetti intorno Percile.
- ramarro (Lacerta viridis) in tutta l'area pedemontana fino a quote medie.