Napoli milionaria!
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Napoli Milionaria! è una commedia scritta ed interpretata da Eduardo De Filippo (Napoli 24 maggio 1900 - Roma 31 ottobre 1984) nel 1950.
[modifica] Storia
La commedia venne composta nel giro di poche settimane e fu messa in scena per la prima volta il 15 marzo 1945 al teatro San Carlo di Napoli. Nel 1950 venne girato un film con la regia dello stesso Eduardo De Filippo, che contribuì alla sceneggiatura e al cast cinematografico, basato sullo stesso soggetto della commedia. Come tutte le commedie di De Filippo anche questa fu rappresentata in molti paesi europei, ma la rappresentazione forse più importante fu quella di Londra nel 1972.
Dalla commedia sono celebri le frasi La guerra non è finita e 'A da passà 'a nuttata.
[modifica] Personaggi
- Maria Rosaria
- Amedeo
- Gennaro Jovine
- Amalia
- Donna Peppenella
- Adelaide Schiano
- Federico
- Errico 'Settebellizze'
- Peppe o' Cricco
- Riccardo Spasiano, ragioniere
- brigadiere Ciappa
- Assunta
- Teresa
- Margherita
- o' miezo Prevete
- il Dottore
[modifica] Trama
La storia è ambientata nel primo dopoguerra ed è divisa in tre atti. Nel primo atto, Gennaro Iovine, interpretato da De Filippo, è un uomo molto arguto che parecchie volte spiega agli ignoranti ed ai deliquenti che lo circondano la situazione italiana e un suo possibile rimedio. Lo scoppio della seconda Guerra mondiale è imminente, e Amalia, sua moglie, pratica insieme a Settebellizze, Don Enrico, il commercio nero di caffè e formaggio, attività molto redditizia. Però Gennaro, che è di animo nobile, è contrario a tutto questo, perché spesso suona l'allarme e tutti sono costretti ad entrare nei rifugi, per rifugiarsi dalle bombe, con la preoccupazione che la propria casa potrebbe saltare in aria da un momento all'altro. I napoletani che praticano il commercio nero, si denunciano reciprocamente alle guardie e usano la tattica del morto in famiglia : questa cosa accade anche in casa Iovine, infatti Gennaro,tra qualche crisantemo, qualche candela e i finti pianti dei conoscenti, si stende nel letto e finge di essere morto alla presenza del brigadiere, che però conoscendo questa messinscena,non cade nel tranello. All'improvviso suona la sirena d'allarme, dunque tutti dovrebbero fuggire. ma Gennaro, che deve continuare a essere credibile, non si muove e anche il brigadiere che si siede accanto a lui resta al suo posto: intanto si sentono le bombe che distruggono i palazzi e il brigadiere spiega via via al "morto" i nomi delle bombe. Ad un certo punto poi alza le coperte del letto e vede il contrabbando, pane, farina, e altri generi alimentari. A questo punto il brigadiere si vuole togliere lo sfizio di vedere muovere Gennaro che resta fermo e quindi non lo arresta. Una delle vittime di Amalia é il ragionier Spasiani, che si spoglia di tutto quello che ha per comprare il cibo ai figli malati, perché Amalia, senza pietà, non gli dà niente senza ricevere i soldi.
Nel Secondo Atto la Seconda Guerra Mondiale è scoppiata e Gennaro è prigioniero. Settebellizze ha una specie di storia d'amore impossibile con Amalia, che ha sempre il ricordo del marito disperso; l'organizzazione della casa cambia completamente e anche il loro tenore di vita si alza. Il figlio, Amedeo, entra nella malavita, spinto da Peppe o' Cricco, chiamato così per la sua abilità di saper alzare le macchine con un colpo di spalla e quindi sfilare la ruota da sotto. Settebellizze talora si permette di fare qualche ramanzina ad Amedeo, che sembra non capire; al compleanno di Settebellizze si organizza una festa e proprio in quella mattinata torna Gennaro dalla guerra, durante un litigio tra Amalia e Mariarosaria, la figlia, innamorata di un soldato americano. Gennaro dice alla moglie che non doveva permettere questa situazione, ma pensare a sua figlia invece che a Settebelizze. Tutto questo viene raccontato dopo da Mariarosaria al padre, che quando torna è molto scioccato, gli unici che sembrano volerlo ascoltare sono solo i parenti, ma nè Settebellizze, nè Peppe e nè gli altri sono intenti ad ascoltarlo e lui non se ne fà una ragione.Dice che aveva conosciuto un ebreo che aveva l'incubo di morire, racconta che, quando i tedeschi gli avevano chiesto cosa sapeva fare, egli ci aveva pensato un secondo. Faceva il tramviere, ma se diceva la verità,i tedeschi lo avrebbero ucciso, perché, nel luogo dove si trovavano, tram non ce n'erano, così con astuzia disse che faceva il manovale e che alzava le pietre, mestiere che dovette fare con il freddo e sotto i bombardamenti. Infine racconta la scena dei soldati americani che lo hanno liberato e Amalia quasi non crede di vederlo vivo davanti a sé. Ma c'è un altro problema: la figlia più piccola è malata, il dottore dice che serve la medicina che non si trova da nessuna parte, poi si scopre che solo il ragionier Spasiani la possiede e la offre con molta generosità, fa un discorso mortificante ad Amalia, perché le spiega che, se nella vita non ci si aiuta a vicenda, non si raggiunge alcuno scopo. Proprio quella sera Amedeo era uscito con Peppe o' Cricco per rubare un'altra ruota ad una macchina, ma il brigadiere era a conoscenza di ciò e sarebbe stato pronto ad ammanettarli se li avesse colti in flagrante. Improvvisamente Amedeo torna a casa e quindi abbandona la malavita e Peppe o' Cricco, che probabilmente viene arrestato dal brigadiere, la bambina piccola viene curata per la sua malattia e la vita della famiglia Iovine torna normale.
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