Nicolò Carosio
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Nicolò Carosio (Palermo, 15 marzo 1907 - Milano, 27 settembre 1984) è stato un indimenticabile teleradiocronista sportivo della Eiar dal 1932, che in seguito (1944) diventerà la Rai.
Inaugura per la Eiar le telecronache dei Mondiali di calcio nel 1934, durante la seconda edizione ospitata dall'Italia e vinta dalla Nazionale padrona di casa guidata da Vittorio Pozzo. Commenta anche l'oro olimpico di Berlino del 1936 e la vittoria azzurra dei Mondiali di Francia del 1938.
Passa in televisione nel 1954, anno dell'inizio ufficiale delle trasmissioni.
Diventa celeberrimo il suo «rete...quasi», culmine delle sue fantasiose telecronache che spesso esulavano dagli avvenimenti in campo, per far sognare lo spettatore con toni epici assunti sin dai tempi radiofonici.
Dal 1955 commenta alcune partite della Serie A, alternandosi a Nando Martellini.
Nel 1966 commenta le partite della Nazionale italiana ai Mondiali di Inghilterra e rimane celebre il suo disappunto dopo la sconfitta dell'Italia contro la Corea del Nord, che costò agli azzurri l'eliminazione dal torneo. Dopo avere passato il testimone a Nando Martellini, la cui voce commenta la vittoria agli Europei del 1968, organizzati proprio in Italia, Carosio ritorna al microfono per le telecronache delle partite in azzurro di Messico 1970.
Durante Italia - Israele (0-0), un guardalinee etiope annulla intenzionalmente due reti regolari all'Italia. Carosio esclama: «Ma cosa vuole quel negraccio?». L'ambasciata etiope a Roma farà allontanare immediatamente Carosio dal Messico, rimpiazzandolo definitivamente con Martellini.
Pensionato dal 1971, con l'avvento delle emittenti private, commenterà episodicamente alcune partite di campionato per TV e radio private italiane. Gestisce anche per molti anni una rubrica sul noto settimanale a fumetti Topolino ("Vi Parla Nicolo Carosio") che lo renderà popolare fra i ragazzi di tutta Italia.
Nel centenario della nascita, il 15 marzo 2007 le poste italiane gli hanno dedicato un francobollo.