Paradosso asiatico
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L’espressione paradosso asiatico è stata coniata in riferimento alle economie agrarie storicamente presenti nelle aree coltivate dell’India e della Cina.
Durante i secoli dell’era moderna l’agricoltura asiatica è stata incentrata prevalentemente sulla coltivazione del riso. Questo tipo di coltivazione viene effettuato tramite quello che è stato il sistema agricolo più avanzato dell’età pre-industriale, cioè l’agricoltura idraulica, basata sulla costruzione di canali e fossi per trasportare l’acqua ai campi – acqua tramite la quale viene anche effettuata la concimazione. Questo sistema permette una coltivazione continua e in molti casi anche più di un raccolto all’anno, con alti rendimenti che permettono di sostentare popolazione numerose e dense.
E l’agricoltura idraulica richiede molta manodopera, perché la coltivazione del riso ha richiesto sempre l’uso della mano umana a motivo della sua versatilità: avendo da una parte una vasta disponibilità alimentare, e dall’altra la necessità di una numerosa manodopera, la situazione si determina in modo tale che la disponibilità alimentare si converte in aumenti demografici consistenti, che causano il paradosso definito in precedenza – ossia compresenza, nello stesso sistema produttivo e sociale, di elevata produzione agraria e di diffusa denutrizione.