Perle di vetro
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Perle di vetro lavorate al lume
La scoperta del vetro è preceduta in Egitto da quella della Fayence nota sin dal 3000 a.C.. Questa era usata dagli Egiziani per produrre manufatti che si avvicinano moltissimo alle perle di vetro conosciute ai nostri giorni. La tecnica consisteva nel ricoprire con un amalgama vetrificato (o rivestimento vetroso) azzurro verdastro sfere e altri piccoli oggetti di pietra (come scarabei) così che assomigliassero a pietre semipreziose (pietre dure). Si presume che la scoperta di questa colorazione avvenne per puro caso aggiungendo forse erroneamente alla pasta vitrea dell’ossido di rame. Qualche millennio più tardi tra Egitto e Vicino Oriente si data l'introduzione del vetro, prevalentemente e ancora utilizzato nella produzione di gioielli, come bracciali, pendenti e perle (o vaghi).
Uno dei più antichi manufatti ritrovati fino ad oggi risale a circa 2000 anni prima di Cristo, ed è esposto all’Antiquarium di Berlino, consiste in una canna a mosaico che è attribuita alla XII dinastia Egiziana e assomiglia moltissimo alla murrina veneziana. Affreschi ritrovati nella tomba di Benassan provano che in quel tempo l’arte della soffiatura del vetro conosciuta era molto fiorente.
In Egitto il culmine di quest’arte avvenne tra il XIV e il XVI secolo a.C.; a conferma di tutto ciò, difatti e stata portata alla luce una collana appartenuta alla regina Ra-ma-ka vissuta proprio in questo periodo.
Tra la fine del II e l'inizio del I Millennio a.C. l’arte della lavorazione del vetro si estese anche nell’area del Mediterraneo Centrale, per opera dei traffici Micenei prima e Fenici poi.
[modifica] Perle dei Re della tribù Ashanti
Per far sì che la lavorazione del vetro e delle perle di vetro si espandesse in tutte le sue colonie, Costantino emanò delle leggi a favore dei vetrai, esentandoli dal pagamento dei tributi ed equiparandoli ai dottori, ai farmacisti e agli architetti. Fu così che anche in Italia si crearono i primi insediamenti di artigianato della lavorazione delle perle di vetro. Si pensa, che il primo di questi siti sia stato fondato ad Aquilea antico porto Romano importante per i traffici e gli scambi che i Romani intrattenevano con l’oriente e con il resto dell’Europa. Con la caduta dell’impero d’occidente dovuta all’invasione dei popoli nordici, la popolazione di Altinia e di Aquilea per sfuggire alle razzie di questi popoli trovarono rifugio sugli isolotti della laguna Veneta ed é proprio così che il vetro arrivò a Venezia, i più antichi manufatti ci riportano al XV secolo. Da scavi fatti in laguna gli archeologi hanno potuto costatare che gli insediamenti riportati alla luce risalgono con certezza ad epoca Romana.
I Veneziani essendo stati grandi commercianti riuscirono ad allacciare contatti commerciali con l’oriente assimilandone non solo la cultura, impararono ed arricchirono ulteriormente anche le tecniche della lavorazione delle perle di vetro lavorate al lume. Perle africane Antiche Le perle venivano lavorate alla fiamma di una lampada alimentata con grasso di balena. Un soffietto arricchiva la fiamma di ossigeno in modo che si potessero raggiungere temperature adatte alla fusione del vetro.
Le perle furono non solo barattate, ma anche vendute a caro prezzo tanto e vero che nei paesi Africani fino ad una trentina di anni fa venivano adoperate come moneta ufficiale e facevano parte della dote nunziale. Grazie a questa enorme richiesta di perle e al valore che molti Re, e tribù gli attribuirono che l’arte delle perle di vetro é potuta arrivare fino ai nostri giorni. Negli ultimi decenni a causa di una marcata indifferenza, quest’arte ha affrontato momenti di grande incertezza, ma se la paragoniamo ad alcuni antichi mestieri che sono definitivamente scomparsi sembra che la lavorazione delle perle di vetro se la stia cavando abbastanza bene. Siamo certi di poter confermare che, nonostante l’indifferenza, sta affrontando con onore il vaglio dei nostri tempi. Spiegazione passo passo delle perle di vetro lavorate al lume