Pozzo della Cava
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Il Pozzo della Cava è sito ad Orvieto (TR) in Via della Cava.
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[modifica] Struttura
Questo pozzo, come quell'altro pozzo di Orvieto, il Pozzo di San Patrizio, è scavato nel tufo, ed ha una profondita di 36 metri, ove, in fondo si trova l'acqua.
Il pozzo è suddiviso in 3 parti:
la 1ª (il pozzo circolare) ha un diametro di 3 metri e 40,
la 2ª (ol pozzetto "a pedarole") ha una sezione rettangolare con una sezione di 60x70cm ed è di epoca etrusca,
la 3ª (il cunicolo in fondo al pozzo) ha un'altezza di circa 170 cm. per una lunghezza di circa 20 metri. Il pavimento è ricoperto di fango e argilla ed è dotato di un solco che, con ogni probabilità, serviva per far scorrere l'acqua del pozzo.
Alla base del cunicolo sono stati trovati 5 fori disposti ad intervalli regolari che servivano, forse, per ospitare un macchinario per tirare su l'acqua.
[modifica] Storia
Quando nel 1527, Papa Clemente VII ordinò di scavare il Pozzo di San Patrizio, fece riadattare anche questa struttura di origine etrusca per poter attingere l'acqua dalla sorgente.
Le spese furono sostenute dal comune e i lavori furono ultimati nel 1530.
È del 1999 la scoperta che il 1° pozzo di Orvieto è il Pozzo della Cava e non il Pozzo di San Patrizio.
Il pozzo restò aperto fino al 1646 fino a che le autorità comunali non ne ordinarono la chiusura come testimonia una lapide originariamente collocata sulla via ed ora custodita in una delle nove grotte che costituiscono il percorso di visita al pozzo.
Nel 1984 Tersilio Sciarra ha riscoperto il pozzo durante dei lavori di ristrutturazione, ma solamente fino ad una profondita di 25 metri.
Tra il 1985 e il 2004 sono state riscoperte anche le grotte attorno al pozzo.
[modifica] L'accesso da Via della Cava
Per realizzare il pozzo fu necessario demolire parte di un'abitazione in Via della Cava nel luogo della realizzazione del pozzo. L'antico accesso è sttao ripristinato soltanto nel 2004, con la realizzazione di un puteale in pietra a ricordo dell'originale vera rinascimentale.
[modifica] Curiosità e leggende popolari
Una leggenda vuole il pozzo sia stato chiuso perché vi erano stati gettati 5 ufficiali francesi per violenza a donne del quartiere della Cava. Altre ipotesi vogliono far risalire la chiusura alla guerra di Castro, durante la quale l'intera Via della Cava fu trasformata in fortificazione, murando tutte le aperture e i vicoli che vi si affacciavano.
[modifica] Altri ritrovamenti archeologici del Pozzo della cava
Il pozzo si trova in un comlesso ipogeo di nove stanze comunicanti, ricche di ritrovamenti archeologici etruschi, medievali e rinascimentali
[modifica] La fornace
La fornace medievale si trova al pianterreno nella 1ª stanza del percorso museale.
Vi sono i resti del forno di cottura e frammenti di maiolica gettati perché avevano difetti di fabbrica, nonché attrezzi per la foggiatura e la decorazione di ceramiche.
[modifica] I "butti"
I butti sono dei pozzi medievali utilizzati per gettare ossa e rifiuti solidi inorganici; i due butti del Pozzo della Cava si trovano nella 2ª e 5ª sala del percorso.
[modifica] La tomba trasformata
È visibile dalla 2ª sala del percorso.
Si tratta di una tomba etrusca scavata nel tufo con tanto di giaciglio per il defunto ed alcuni fori laterali.
In seguito, la tomba è stata probabilmente trasformata in un follone, ossia un marchingegno usato nel medioevo per lavorare i tessuti.
[modifica] La cisterna estrusca
E' situata tra la 5ª e la 6ª grotta.
Veniva utilizzata per la raccolta dell'acqua piovana.
L'intonaco era impermealizzato a "cocciopesto".
[modifica] La cantina medievale
E' la 6ª sala del percorso.
La sala veniva utilizzata nel Medioevo come cantina per il vino di Orvieto, meglio conosciuto come il "vino di papi e re".
[modifica] Il pilastro della torre
Il grande pilastro al centro della sala della muffola è un rimasuglio di una torre medievale realizzata dai figli di Simone dei Filippeschi, ghibellino, braccio destro del capitano del popolo Neri della Greca.
[modifica] La muffola
Accanto ai pilastri della torre medievale, nella 7ª stanza, sono stati ritrovati i resti di una muffola: si tratta della camera inferiore della piccola fornace per la terza cottura (in gergo 3° fuoco) dei preziosi lustri rinascimentali.
Fra i reperti vi è un frammento di ceramica attribuito a Mastro Giorgio da Gubbio.
[modifica] Le sepolture rupestri
Le 2 ultime grotte del percorso scoperte nel 2002, cioè la 8ª e la 9ª sono oggetto di dibattito di vari archeologi, chi suggerisce che si tratti di stalle, chi una necropoli, chi una cisterna mai ultimata, chi un insediamento abitativo, chi una follonica, chi una conceria e perfino un impianto termale.
In rinvenimento di 2 nicchie identiche a quelle presenti nelle sepolture più antiche della necropoli di Norchia, però, avvalorano l'ipotesi di una necropoli rupestre.
[modifica] La cava e il pozzo N°. 2
L'ultima sala del percorso segue le fessure naturali della roccia fino ad un'altezza di 14 metri.
Fu utilizzata come cava di tufo per erigere un muro di sostegno; questo ha cacellato gran parte delle strutture etruche e medievali presenti, come le citate sepolture rupestri, alcune vasche medievali intonacate e la base di un piccolo pozzo, denominato "pozzo n°2".
Proprio per questo l'utilizzo e la costruzione del pozzo N°. 2 rimane nel mistero.
[modifica] I cunicoli etruschi
Olte a quello in fondo al pozzo, un altro cunicolo etrusco è visibile nel piano rialzato della 8ª e 9ª grotta.
Questi cunicoli servivano per convogliare l'acqua nei punti di raccolta.
Curiosità, il cunicolo della grande grotta scende lungo la perete di tufo anziché essere diretto in una cisterna.
[modifica] Il cortile interno ed i negozi
Nel cortile vengono rappresentati degli spettacoli estivi.
I negozi che si trovano all'uscita del percorso di visita sono: La bottega del buon vino e Le Arti minori. Quest'ultima propone ceramiche e altri manufatti di artigiani-artisti rigorosamente orvietani.
Vi è anche un bookshoop.
[modifica] Il Presepe nel Pozzo
Ogni anno, dall'antivigilia di Natale alla domenica dopo l'Epifania, l'ultima grande grotta del Pozzo della Cava diventa lo scenario di un famoso e suggestivo presepio allestito con personaggi animati a grandezza naturale.