Quieto
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Quieto | ||
---|---|---|
Aspirante imperatore romano | ||
![]() |
||
Quieto su di una moneta celebrate la Eterna Roma.[1] | ||
Regno | 260 – 261 con Macriano Minore |
|
Nome completo | Titus Fulvius Iunius Quietus | |
Morte | 261 | |
Emesa | ||
Padre | Fulvio Macriano | |
Madre | Giunia |
Tito Fulvio Giunio Quieto (latino: Titus Fulvius Iunius Quietus; m. 261) fu un usurpatore contro l'imperatore romano Gallieno
Quieto fu figlio di Fulvio Macriano e di una nobildonna, forse chiamata Giunia, di classe senatoriale. L'affermazione della Historia Augusta che fosse un tribuno militare sotto l'imperatore Valeriano è contestata dagli storici. Quieto fu elevato al soglio imperiale assieme al fratello Macriano Minore dopo che la cattura di Valeriano durante la campagna contro i Sassanidi ebbe lasciato un vuoto di potere in oriente (260): con l'esercito romano avanzato profondamente nel territorio nemico e il legittimo imperatore Gallieno lontano in occidente, i soldati elessero i due fratelli augusti, i quali avevano il sostegno del loro padre, il custode del tesoro dell'esercito, e del prefetto del pretorio Ballista.
Quietro e Macriano, eletti consoli, dovettero affrontare Gallieno: mentre Quieto rimase con Ballista in oriente, i due Macriani portarono l'esercito in occidente, per essere sconfitti e uccisi in Tracia (261). Quieto perse il controllo delle province orientali, che riconobbero l'autorità di Odenato di Palmira: obbligato a fuggire a Emesa, fu lì ucciso dalla popolazione, forse per istigazione di Ballista.[2]
[modifica] Note
- ↑ Le monete di Quieto e di suo fratello Macriano Minore celebrano l'esercito, la certezza della vittoria, l'arrivo di prossimi tempi felici. Tutti questi temi propagandistici erano molto importanti in un'epoca di emergenza, in cui l'impero aveva perso il proprio imperatore in battaglia contro i Sassanidi e in cui l'esercito era provondamente insinuato in territorio nemico.
- ↑ Giovanni Zonara xii.24.