Razzi giapponesi
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Il Giappone, nonostante il fatto sia poco noto, utilizzò numerosi razzi d'artiglieria già durante la Seconda guerra mondiale. Dopotutto, la propulsione a reazione è nata con i fuochi d'artificio cinesi attorno al 1000, e poi si è diffusa attraverso il continente asiatico fino in Europa.
[modifica] Tipo 67
Primo lanciarazzi d'artiglieria postbellico , il Tipo 67 era considerabile a stento un MRL, in quanto dotato di sole 2 rampe di lancio, montate su di un'autocarro Hino 6x6 scoperto da 4000kg, dotato di 2 rampe per razzi Tipo 68. Un'altro autocarro trasporta 6 razzi di ricarica. Si trattava di armi molto potenti: 573kg di peso, calibro 307mm. e gittata 28km. Circa 50 lanciatori sono stati prodotti ed impiegati da unità d'artiglieria dell'esercito giapponese.
[modifica] Tipo 75
Dal momento che il Tipo 67 non poteva certo garantire la necessaria reattività alle esigenze della guerra moderna, è stato integrato a livello più basso da un analogo numero di Tipo 75, con 30 tubi da 130mm. e raggio di 15km. Essi sono montati su veicoli più adatti all'impiego a ridosso della prima linea, i corazzati della famiglia Tipo 73, e dati in dotazione alle unità meccanizzate e corazzate.
Questi 2 sistemi d'arma non sono certo risultati straordinariamente potenti ed efficaci, con le prestazioni del Tipo 75 inferiori rispetto a quelle del BM-21 in ogni aspetto, ma in un' epoca in cui la maggior parte degli eserciti 'occidentali' non possedevano alcun MRL, il centinaio di lanciarazzi giapponesi erano una congrua forza operativa, capace di eseguire un buon appoggio all'artiglieria convenzionale.
Per sostituire queste 2 armi sono stati studiati nuovi progetti, ma poi si è scelto l'obiquo MLRS. Nel 1992 è stata avviata una trattativa per ben 150 lanciatori, da prodursi entro il 2005, sebbene come sempre i numeri finali possono essere stati inferiori a causa degli aumenti di costi che i programmi pluriennali spesso comportanto, ma è chiaro che il Giappone abbia inteso aumentare moltissimo la potenza dei suoi reparti MLR, grazie alla produzione su licenza dell'MRLS. Il quale ,indipendentemente dalle sue qualità, ha finito comunque per 'uccidere' anche la 'biodiversità' nel campo della tecnologia degli MRL giapponesi.