Renato Fondi
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Renato Fondi (Pistoia, 1887 – Roma, 1929) è stato un poeta e musicologo italiano.
[modifica] Vita e opere
Renato Fondi è un personaggio per molti versi dimenticato, ma sicuramente è una figura che per l’arte pistoiese e italiana, nelle sue molteplici sfaccettature, ha avuto un forte influsso e ha contribuito a diffonderla fuori dall'ambito locale e regionale. Nato a Pistoia nel 1887, si inserì negli ambienti artistici e culturali dell'epoca favorito anche dalla sua forte predisposizione all'arte: fu poeta, musicologo, saggista, giornalista e mecenate. Le sue conoscenze lo posero in contatto con le correnti e gli artisti che agli inizi del secolo fiorirono a Pistoia: da Giovanni Michelucci, geniale architetto e urbanista, all'estroso e creativo Marino Marini. E sempre negli stessi anni entrò in contatto con letterati, pittori e musicisti: da Ottone Rosai a Giovanni Costetti, da D’Annunzio a Papini, da Pizzetti a Malipiero. E ancora: Pratella, Casella, Barilli, Gui, Bragaglia, Prampolini, Campana, Borgese, Prezzolini, Rebora, Bontempelli, Folgore, Palazzeschi, Govoni, Marinetti, Binazzi, fino al poeta armeno Hrand Nazariantz. Fu attivo in città fino agli anni della prima guerra mondiale e riuscì nella difficile impresa di inserire Pistoia nel circuito più vivo di quella stagione fecondissima: una stagione che fa non a caso da incubatrice alle potenzialità di maggiore livello del secolo, da Giovanni Michelucci a Marino Marini, che Fondi per primo vide destinato “a tappe luminose e conquiste importanti”. Trasferitosi a Roma sulle ali di una brillante carriera di dirigente di banca, rese ancora più ampio l’orizzonte degli interessi nel campo dell’arte; collabora a riviste prestigiose, intreccia ulteriori, significativi rapporti con la cultura del tempo, mentre la sua autorevolezza gli consente di dare spazio o protezione agli artisti prediletti. Attraverso le sue riviste, "Athena" e "La Tempra" soprattutto, emerge chiaramente la sua capacità di analisi critica che trova espressione massima nei suoi saggi su Papini ( Un costruttore: Giovanni Papini) e su Pizzetti ( Ildebrando Pizzetti e il dramma musicale italiano d’oggi). A proposito di Un costruttore, scritto proprio a seguito della clamorosa conversione di Giovanni Papini, quest’ultimo a Fondi scriveva essere “il saggio più onesto e completo che sia stato composto sulla mia opera di scrittore”. Di Fondi è anche un’interessante monografia, scritta nel 1927, sul musicista Alfredo Catalani. Il compositore lucchese, morto nel 1893, non era ancora stato oggetto di studio fino appunto a questa monografia finita da Fondi nel 1927. Lo stesso Fondi per una sorta di identità di destino moriva nel 1929 ad appena 42 anni della stessa malattia di Catalani, di tisi. Nella sua breve esistenza oltre ai brillanti lavori critici sugli amici Pizzetti e Papini, e quello su Catalani, aveva avuto modo di distinguersi nella sua prima passione, quella poetica con componimenti quali Musa Vernacola, Il sudario, Ozi vesperali, Fiordelmondo. Nel 1919 dava nuova luce, con Chamfort, a un’altra figura finita nel dimenticatoio: quella dell’epigrammista francese Nicholas de Chamfort, pseudonimo di Sébastien Roch-Nicolas, nato a Clermont-Ferrand nel 1741.