Ritratto Benci (Leonardo)
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Fonti antiche documentano il rapporto fra Leonardo e Giovanni Benci, marito di Ginevra. La donna rappresentata, fra le più aggraziate della Firenze del tempo, non viene solo descritta con inoppugnabile abilità pittorica, ma anche esaltata come esempio di virtù. Il retro del dipinto riporta, infatti, la scritta VIRTVTEM FORMA DECORAT, "La forma decora la virtù", concetto di chiara ascendenza neoplatonica, già citato nella botticelliana "Primavera", secondo cui la bellezza del corpo rispecchia quella dello spirito. La Benci è pure esempio di purezza, come suggerisce il ginepro che le fa da sfondo: non è un caso la paranomasia che s'instaura tra il nome di tale pianta e quello dell'effigiata. L'ombra del ginepro esalta il chiarore espressivo del volto della donna, il colore della cui pelle evolve poi in quello dell'acconciatura e, successivamente, in quello della veste e dello sfondo paesaggistico (inevitabilmente sfumato!), secondo un continuum cromatico che testimonia la capacità vinciana nell'uso del timbro bruno-castano in varie tonalità.