Sinfonia concertante in Mi bemolle maggiore (Mozart)
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La sinfonia concertante in Mi bemolle maggiore K 297a è una composizione attribuita a W. A. Mozart. L'autografo risulta perduto e la fonte attraverso cui ci è pervenuta è una copia manoscritta non autografa.
Una lettera indirizzata al padre Leopold e datata 5 aprile 1778 contiene l'indicazione che il compositore stava lavorando ad un brano commissionatogli da l'impresario Jean Le Gros che da meno di un anno era direttore dei "Concert spirituels".
Lo stile concertante stava imponendosi in Europa proprio partendo da Mannheim e mediata dall'influsso parigino. Si trattava di una sinfonia dove una sezione dell'orchestra costituiva un corpo con una certa autonomia ("concertino") che dialogava con il resto dell'orchestra in alcuni punti della sinfonia avendo quindi con questa una funzione concertante; si trattava per lo più di alcuni strumenti a fiato.
Il fatto che la sinfonia non venne eseguita per quell'occasione (forse per la difficoltà di mettere insieme quattro solisti di prima qualità) e che a noi sia giunta una copia non autografa, con in più la sostituzione nell'organico dell'oboe con il flauto e con il clarinetto che prende la parte originariamente riservata all'oboe, ha fatto nascere dubbi sull'attribuibilità dell'opera a Mozart. Tuttavia l'analisi stilistica permette di riconoscere in ogni sua parte la mano del compositore e il musicologo Alfred Einstein così si esprime "il musicista che adattò quest'opera non si è permesso alcun cambiamento che incide sul carattere essenziale della composizione".
Il primo movimento allegro vede uno svolgimento brillante dove l'orchestra, quando compaiono i solisti, si limita ad un mero accompagnamento.
L'adagio, maestoso e molto dolce, vede i solisti e l'orchestra intessere un dialogo contrappuntistico che non concede nulla alla superficialità.
Nell'andantino con variazioni finale viene ancora incontro ai gusti dei parigini e si sviluppa nella forma tema con variazioni. I vari strumenti hanno la possibilità di mettersi singolarmente in luce e l'orchestra di dialogare con loro. Il compositore prima dell'ultima variazione propone un tenero adagio di portamento caldo e solenne che elimina ogni dubbio sulla paternità dell'opera. Termina il movimento un allegro brillante perfettamente nello spirito per cui l'opera era stata composta.
[modifica] Dati sull'opera
- K 297a
Durata
- 32 minuti
Movimenti
- allegro
- adagio
- andantino con variazioni
Dedica
- nessuna
Organico
- Oboe, clarinetto, fagotto, corno (solisti)
- 2 oboi
- 2 corni
- archi (violini primi e secondi; viole; violoncelli; contrabbassi)
Luogo e data di composizione
- Parigi, aprile 1778 (?)
Prime edizioni a stampa
Autografo
- perduto
- pervenuta copia non autografa
Nota
- L'originale prevedeva tra i solisti il flauto in luogo del clarinetto