Strage di via dei Georgofili
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Strage di via dei Georgofili è un attentato di stampo mafioso attributito all'organizzazione "Cosa Nostra".
Nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993, a Firenze, viene fatta esplodere un'auto imbottita di esplosivo nei pressi della storica Torre dei Pulci, tra gli Uffizi e l'Arno, sede dell'Accademia dei Georgofili.
Nell'immane esplosione perdono la vita 5 persone: Caterina Nencioni (50 giorni di vita), Nadia Nencioni (9 anni), Dario Capolicchio (22 anni), Angela Fiume (36 anni), Fabrizio Nencioni (39 anni); 48 persone rimangono ferite.
Oltre alla Torre vengono distrutte moltissime abitazioni e perfino la Galleria degli Uffizi subì gravi danneggiamenti.
La strage venne inquadrata nell'ambito della feroce risposta del clan mafioso dei Corleonesi di Totò Riina all'applicazione dell'articolo 41 bis che prevedeva il carcere duro e l'isolamento per i mafiosi. Due mesi dopo, il 27 luglio, altri attentati mafiosi vennero compiuti a Roma (alle chiese di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro) e a Milano, in via Palestro, dove un'autobomba provocò cinque morti: quattro vigili urbani intervenuti sul posto e un cittadino extracomunitario che dormiva su una panchina.
[modifica] Collegamenti esterni
Associazione tra i Familiari delle Vittime di Via dei Georgofili