Terapia dei disturbi psichici
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La terapia dei disturbi psichici è forse in questo momento uno dei campi più controversi in medicina e in generale nella situazione sociale attuale.
In Italia la situazione in psichiatria è stata caratterizzata dalla Legge 180/78 che ha obbligato a chiudere i manicomi. Anche in altri paesi il ricovero in ospedale psichiatrico è diminuito rispetto ad alcuni decenni fa, ed in generale le leggi sono molto più attente ad evitare abusi, ma la situazione italiana risente ancora parzialmente della forte politicizzazione della psichiatria negli anni '70 e '80.
Finita la fase 'eroica' dell'antipsichiatria, quello che è rimasto da molte parti è la gestione burocratica-partitica dei servizi sorti sull'onda della 'rivoluzione' psichiatrica, favorita anche dalla trasformazione managerial-localistico della sanità italiana. Il fenomeno di fondo però è probabilmente il grande aumento dell'uso di psicofarmaci che ha interessato tutto il mondo occidentale a partire dagli Stati Uniti negli anni ottanta novanta e con un decennio di ritardo il resto dell'occidente.
Un altro fenomeno importante, ugualmente sorto prima negli USA e poi arrivato in Europa, è la perdita di consenso della psicoanalisi, tecnica terapeutica e insieme di teorie esplicative del funzionamento mentale e del suo sviluppo che aveva dominato fino ad allora. Le teorie e le terapia psicoanalitiche e psicodinamiche in generale hanno risentito dell'impatto con due diverse ondate contemporanee: quella della psichiatria biologica e quella della psicologia cognitivistica, che hanno posto in dubbio da lati opposti il valore delle conoscenze psicoanalitiche.
Da un lato (psichiatria biologica) è stato contestato il principio di una causalità psicogena dei disturbi psichici alla base della teoria e pratica psicoanalitica, dall'altro (psicologia cognitivista) è stato contestato il valore scientifico delle osservazioni psicologiche di derivazione psicoanalitiche. Gran parte delle cattedre universitarie e delle posizioni direzionali nei Servizi pubblici, che negli anni ottanta vedevano una certa presenza di psicoanalisti, sono state conquistate da queste 'correnti' con una importante ricaduta a livello culturale-editoriale-promozionale.
Un notevole impulso è venuto e viene dagli interessi economici dell'industria farmaceutica- in gran parte americana- che ha portato a una crescita esponenziale delle vendite di psicofarmaci ed ad una sovvenzione alla ricerca psicofarmacologica per lo sviluppo di sempre nuovi e più costosi farmaci psicoattivi.
Il battage pubblicitario tramite tutti i mezzi di informazione, rivolto sia ai medici che al pubblico più ampio, ha portato ad una prevalenza del punto di vista medico-biologico sul punto di vista relazionale ambientale, con un effetto di pressione sull'operato dei medici e in generale sulle opinioni e le credenze sull'argomento. Alcuni episodi di condotte fraudolente da parte di case farmaceutiche, hanno contribuito a problematizzare alcuni aspetti del marketing psicofarmacologico, e portato a riflettere su come anche la ricerca psicofarmacologica sia parzialmente dipendente da interessi economici (come in quasi tutti gli altri ambiti specialistici nel rapporto medicina-farmacologia).
Il dibattito e il problema delle cause e dei rimedi dei disturbi psichici è più aperto che mai, anche se sia sul versante psicologico che su quello medico sta aumentando la consapevolezza dell'utilità clinica di integrare maggiormente gli approcci psicoterapeutici con quelli psicofarmacologici in molte situazioni cliniche.