Trabucco (pesca)
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Il trabucco (o travocco) è un antico strumento di pesca diffuso nel medio Adriatico, dalla costa frentana fino al Gargano, nel litorale delle province di Chieti, Campobasso e Foggia.
[modifica] Le caratteristiche costruttive
Il trabucco è un'imponente costruzione realizzata in legno strutturale, costruita in corrispondenza di prominenze costiere, che consta di una piattaforma protesa sul mare ancorata alla roccia da grossi tronchi di pino d'aleppo, dalla quale si allungano, sospesi a qualche metro dall'acqua, due (o più) lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un'enorme rete a maglie strette detta trabocchetto.
[modifica] Storia
Secondo alcuni storici pugliesi, il trabucco sarebbe un'invenzione importata nella regione dai Fenici. La più antica data di esistenza (documentata) risale al XVIII secolo, periodo in cui i pescatori del Gargano, allora scarsamente popolato, dovettero ingegniarsi per ideare una tecnica di pesca che non fosse soggetta alle condizioni meteomarine della zona: i trabucchi, infatti, permettono di pescare senza doversi inoltrare per mare. Il trabucco è tradizionalmente costruito col legno di pino d'aleppo, il pino tipico del Gargano; questo perché è un materiale pressoché inesauribile, data la diffusione nella zona, modellabile, resistente alla salsedine ed elastico (il trabucco deve resistere alle forti raffiche di Maestrale che battono il basso Adriatico). Alcuni trabucchi sono stati ricostruiti negli ultimi anni, ma hanno però perso da tempo la loro funzione economica che nei secoli scorsi ne faceva principale fonte di sostentamento di intere famiglie di pescatori, acquistando in compenso il ruolo di simboli culturali e di attrativa turistica.
[modifica] Sistema di pesca
La tecnica di pesca, peraltro efficacissima, è a vista. Consiste nell'intercettare, con le grandi reti a trama fitta, i flussi di pesci che si spostano lungo gli anfratti della costa. I trabucchi sono posizionati là dove il mare presenta fondali sabbiosi e una profondità adeguata (almeno 5m), ed eretti a ridosso di punte rocciose orientate in genere verso SE o NO, in modo da poter sfruttare favorevolmente le correnti. La rete viene calata in acqua grazie ad un complesso sistema di argani e, allo stesso modo, prontamente tirata su per recuperare il pescato. Essendo impossibile meccanizzare le operazioni (nessun trabucco sopporterebbe il peso di un argano motorizzato) ad almeno due uomini è affidato il durissimo compito di azionare gli argani preposti alla manovra della gigantesca rete. Sul trabucco operano in norma quattro uomini (che si spartiscono i compiti di avvistamento del pesce e di manovra), detti "trabuccolanti".
[modifica] Diffusione
Diffusissimi lungo tutta la costa Garganica, soprattutto nella zona costiera tra Peschici e Vieste (dove non esiste promontorio su cui non sorga una di queste gigantesche macchine da pesca), gli antichi trabucchi sono tutelati dal Parco Nazionale del Gargano e sono ritornati in attività grazie all’azione di salvaguardia e di valorizzazione del Parco, che li ha adottati in segno di rispetto della tradizione e dell’ambiente garganico. Simbolo stesso della civiltà costiera garganica, sono diventati in seguito il soggetto preferito di artisti ed artigiani del luogo.