Alfredo Pizzoni
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Alfredo Pizzoni (Cremona, 20 gennaio 1894 - Milano, 3 gennaio1958) fu un uomo politico italiano che presiedette il CLNAI (Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia) dalla sua costituzione fino alla fine della guerra di liberazione.
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[modifica] Studi ed esperienze militari e politiche
Dopo gli studi liceali, studiò ad Oxford e a Londra, oltre che a Pavia. I suoi studi furono interrotti dallo scoppio della prima guerra mondiale, alla quale partecipò come ufficiale dei bersaglieri, meritando una medaglia d’argento al valor militare. Dopo un periodo di prigionia in Austria, partecipò al Corpo di spedizione internazionale in Palestina come ufficiale di collegamento. Laureatosi in Giurisprudenza a Pavia nel 1920, venne assunto subito dopo al Credito Italiano, dove iniziò una brillante carriera bancaria. Sposò nel 1922 Barbara Longa detta Ninì dalla quale avrà cinque figli: Paolo, Franca, Emma, Maria Grazia e Pietro. Dopo l’avvento al potere del fascismo si avvicinò ai gruppi “Giustizia e Libertà”. Partecipò alla seconda guerra mondiale come maggiore dei bersaglieri meritando una seconda medaglia, questa volta di bronzo, ma nel 1942 fu smobilitato per ragioni di salute e riprese il lavoro in banca a Milano.
[modifica] La guida del CLNAI
Subito dopo l’8 settembre 1943 Alfredo Pizzoni, pur non appartenendo ad alcun partito politico, fu scelto per presiedere il CLN lombardo, che nel febbraio 1944 divenne il CLNAI. Le sue esperienze lo rendevano in effetti un uomo particolarmente adatto a quel ruolo, in quanto al sicuro antifascismo e all’esperienza militare Pizzoni univa una profonda conoscenza degli ambienti bancari e finanziari lombardi (essenziale per organizzare il finanziamento interno della guerra partigiana) e una dimestichezza con la lingua e la cultura inglese, che favoriva i rapporti con i rappresentanti delle forze alleate. Pizzoni in effetti assolse bene il compito di coordinare le azioni partigiane e assicurarne il finanziamento.
Il 7 dicembre del 1944, nella Sala Reale del Grand Hotel di Roma, firmò insieme a Giancarlo Pajetta, Ferruccio Parri ed Edgardo Sogno l'Accordo di Roma con gli Alleati, in particolare con il SACMED (Supreme Allied Commander Mediterranean) rappresentato dal generale Henry Maitland Wilson.
Tale accordo, oltre a riconoscere il ruolo avuto dal CLNAI nella Resistenza, finanziò la guerra partigiana con un prestito di 160 milioni al mese (prestito che sarà poi rimborsato dal Governo Italiano a partire dal gennaio del 1945). L'accordo, sancendo una piena collaborazione con gli alleati e una subordinazione, dal punto di vista militare, del CLNAI, garantì la sopravvivenza della Resistenza e le condizioni per una sua affermazione politica ancor più che militare.
[modifica] Il ritorno alla vita privata
Subito dopo la liberazione, il 27 aprile 1945, Alfredo Pizzoni fu sostituito alla guida del CLNAI da Rodolfo Morandi, nominato in rappresentanza del PSIUP. Tornò al suo lavoro in banca, divenendo presidente del Credito italiano. Il suo contributo alla Resistenza fu rapidamente dimenticato. Tra il 1945 e il 1948 scrisse le sue memorie, che lasciò ai figli con la disposizione che non fossero pubblicate prima di venticinque anni dalla sua morte.
[modifica] Bibliografia
- Alfredo Pizzoni, Alla guida del CLNAI. Memorie per i figli, Bologna, il Mulino, 1995.
- Tommaso Piffer, Il banchiere della Resistenza. Alfredo Pizzoni, il protagonista cancellato della guerra di liberazione, Milano, Mondadori, 2005.