Ansprando
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Ansprando (657 circa - 712) fu re dei Longobardi e re d'Italia nel 712.
Duca di Asti, alla morte di Cuniperto assunse la reggenza per il figlio minorenne del re appena scomparso, Liutperto. Dovette fronteggiare l'immediata ribellione del duce di Torino, Ragimperto, che lo affrontò presso Novara agli inizi del 701 e lo sconfisse, nonostante il sostegno del duca di Bergamo, Rotarit. Alla morte di Ragimperto, ancora nel 701, Ansprando e Rotarit tentarono nuovamente di insediare Liutperto e riuscirono a sconfiggere e a fare prigioniero il figlio e successore di Ragimperto, Ariperto II. Dopo breve tempo, tuttavia, Ariperto fuggì e affrontò in battaglia i tutori di Liutperto, sconfiggendoli a Pavia (702). Ansprando riparò prima sull'Isola Comacina, poi presso il duca di Baviera. Ariperto imprigionò i suoi famigliari (la moglie e i figli), che fece orribilmente mutilare; si salvò soltanto il giovanissimo figlio minore, Liutprando, che venne restituito al padre.
All'inizio del 712 riuscì a raccogliere un esercito in Baviera e calò in Italia; lo scontro, protratto fino al calar delle tenebre, avvenne a marzo ed ebbe un esito incerto. Ariperto sembrava avere la meglio, tanto che i Bavari erano sul punto di abbandonare il campo, ma commise il grave errore di rientrare immediatamente a Pavia. I suoi soldati, offesi da quello che ritennero un atto di viltà, lo abbandonarono e Ariperto morì mentre tentava la fuga. Ansprando fu allora acclamato re, forte sia del sostegno di quanti non avevano gradito l'usurpazione di Ragimperto e Ariperto II ai danni di Liutperto, sia di quello degli stessi partigiani di Ariperto, conquistati dal suo carisma. Immediatamente associò al trono il figlio Liutprando che gli successe quando morì, appena tre mesi più tardi.
Precedessore: | Re dei Longobardi | Successore: | ![]() |
Ariperto II | 712 | Liutprando |
Predecessore: | Re d'Italia | Successore: | ![]() |
Ariperto II | 712 | Liutprando |
[modifica] Fonti
- Paolo Diacono, Historia Langobardorum (Storia dei Longobardi, Lorenzo Valla/Mondadori, Milano 1992)