Arte delle steppe
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Il vasto territorio che va dalla pianura del fiume Giallo alle regioni pianeggianti, in Cina, a nord del Mar Nero, nell'attuale Ucraina, fu, fra il VIII secolo a.C.. e il III secolo d.C., la zona di produzione della cosiddetta arte delle steppe, ovvero una enorme produzione figurativa, raggruppabile in base all'ambito culturale di produzione ed a alune caratteristiche artistiche.
[modifica] Primi rinvenimenti
Le prime conoscenze dell'arte animalistica risalgono al 1712, quando oggetti in oro, provenienti dalla violazione di tombe siberiane, vennero offerti in dono a Pietro il Grande, imperatore di Russia. Nacque così la famosa "Collezione siberiana", oggi conservata all'Ermitage di San Pietroburgo.
Fra gli oggetti che costituiscono il corredo funerario di queste necropoli abbiamo fibbie, placche di cinture, terminali di mazze, finimenti di cavalli, di vario materiale (oro, bronzo, legno, feltro).
[modifica] Caratteristiche basilari
Gli elementi caratteristici di questa produzione sono il soggetto animale (erbivoro, carnivoro, volatile o felino) e una particolare stilizzazione nella raffigurazione dell'animale stesso, che va dal cosiddetto galoppo volante all'animale contorsionista, alla costruzione del corpo dell'animale mediante l'uso di corpi e teste di altri animali.
L'origine dell'arte delle steppe è rintracciabile nella cultura di Karasuk, databile fra il XIV secolo a.C. ed il VII secolo a.C.. Per la produzione successiva, gli archeologi riconobbero tre correnti stilistiche, raggruppate per aree storico-geografiche: la Scizia, l'Altai e l'Ordos.
Tale produzione fu da sempre collegata ai gruppi nomadi dell'Asia Centrale, anche se non mancano esempi attribuibili a tribù sedentarizzate.