Bagnile
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Bagnile, piccolo paese in comune di Cesena, è posto a 11 m. sul livello del mare. La sua posizione geografica lo colloca nel cuore dell'area della centuriazione romana.
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[modifica] Il toponimo
Bagnile significherebbe "piccoli bagni" o sarebbe una derivazione di Banolile (che ha senso anche di terreni paludosi), che era il nome di un fondo confinante con la corte di S.Giorgio che si trovava nella Pieve di S.Pietro in Cerreto: il nome probabilmente conserva memoria del periodo di grande piovosità verificatosi nell'alto medioevo (400-750 d.C). Nulla di più si sa a questo proposito. Il nome Bagnile compare per la prima volta in una pittura nel monastero di S.Vitale a Ravenna. A testimonianza dell'accresciuta importanza del paese dovuta all'abbondanza dei raccolti di granaglie, nacque l'appellativo di "Bagnile delle Granaglie", ancora di uso molto comune durante tutto il secolo XIX.
[modifica] Cenni storici della zona
[modifica] Preistoria
Monte Poggiolo è una collina nelle immediate vicinanze di Castrocaro Terme, alle porte di Terra del Sole (Forlì). Qui nel 1983 ad opera di alcuni studiosi (Alberto Antoniazzi, Franco Poli, Luigia Fontana ecc.) venne scoperto un importante giacimento preistorico nei pressi di Cà Belvedere: oggetti di più di un milione di anni provarono la tangibile presenza di insediamenti umani nella zona. Grazie al loro studio è stato dimostrato come l'uomo fosse arrivato nella pedemontana emiliano romagnola 300 mila anni prima di quanto si fosse creduto. Per questo motivo si può dire che sulla collina di Monte Poggiolo dimorò così non il primo romagnolo, non il primo italiano, ma addirittura il primo europeo. Non una presenza sporadica ma una popolazione massiccia.
Di questo primo uomo italiano si sa che scheggiava la pietra, viveva vicino al mare e tagliava la carne. Ma nulla si conosce del suo aspetto, perché nessun resto osseo è stato trovato: schegge di strumenti litici, oltre cinquemila, ma nessun frammento di ossa. Si presume fosse un homo erectus, ovvero un esemplare dell'uomo che per primo, intorno ad un milione e mezzo di anni fa, colonizzò l'Europa stando sulle sue gambe.
Si ipotizza che fosse arrivato in questa zona passando o dal Mediterraneo centrale attraverso la Sicilia (alcuni studiosi dicono che a quell'epoca la Sicilia era pressoché unita all'Africa da una sorta di passaggio) o dal Mediterraneo occidentale via Gibilterra; qui però c'era il mare e questo uomo avrebbe dovuto fabbricarsi un'imbarcazione. L'ultima e forse più attendibile ipotesi è quella di un percorso attraverso il Medio Oriente, passando dal Caucaso o dalla Turchia per arrivare in Italia. Era la via più semplice. ( "Resto del Carlino" ~ 10/11 settembre 1996 - dal congresso UISPP)
[modifica] 3000 a.C.
Le tracce più antiche attualmente note di insediamenti umani sul territorio cesenate, sono risalenti al 3000 a.C. (Neolitico superiore - Cultura Diana), come dimostrano le scoperte effettuate nell'area della Fornace Marzocchi presso S.Egidio
[modifica] 1600-900 a.C
Gruppi umani si insediano nelle zone di Ronta, Mensa e di Montaletto. Si tratta di popolazioni originarie dell'Italia centromeridionale che si basano su di una economia agricolo-pastorale con prevalenza però alla pastorizia.
[modifica] 391 – 386 a.C.
Molti villaggi della zona vengono improvvisamente abbandonati, probabilmente a causa delle incursioni ad opera dei Galli Senoni avvenute presumibilmente intorno al 391-386 a.c.
[modifica] Epoca romana
[modifica] 268 a.C.
Fondazione della colonia romana di Rimini. Verosimilmente, negli anni compresi fra la fondazione di Rimini (268 a.C.) e la realizzazione della Via Emilia (187 a.C), avvenne nella zona quel grande lavoro di bonifica e di organizzazione del territorio che va sotto il nome di centuriazione romana, con le stradette dette cardi e decumani fino a Cannuzzo, più in giù la laguna, in mezzo il piccolo abitato di Ficocle, divenuto poi Cervia con le saline al lido, comunque il Municipio di Cesena giungeva al mare. La suddivisione del territorio avvenne mediante i cardini diretti Nord-Sud e i decumani diretti Est-Ovest, e non, come è il caso altrove, sull'asse della Via Emilia o di altre strade consolari. Di un certo interesse risulta essere la Via Confine in quanto da essa parte anche la centuriazione cervese, di forma rettangolare, la quale si contrappone alla centuriazione cesenate formata invece da quadrati. Il territorio acquista così in quel periodo una fisionomia che ancora oggi, dopo 2000 anni, si riconosce in tutti i suoi particolari.
Diffuse in questo periodo le coltivazioni di grano, orzo e uva.
[modifica] 187 a.C.
Il console romano Marco Emilio Lepido fa costruire la via Emilia. È da notare che questa strada venne realizzata su una massicciata che correva per oltre 265 chilometri a qualche metro dal suolo. Ciò proverebbe che a quell'epoca tutta attorno regnava quasi sovrana la palude.